 
Fino a ieri pomeriggio in tanti sottolineavano l'anomalia dell'indagine della procura di Brescia, che da oltre un mese ha iscritto nel registro degli indagati l'ex pm Mario Venditti con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. L'ipotesi investigativa è che il procuratore in pensione avrebbe potuto agevolare l'archiviazione di Andrea Sempio nel 2017, quando venne indagato per la prima volta per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco. Nel pomeriggio di ieri è stata data notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di Brescia anche di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, proprio per l'ipotesi di corruzione.
Al centro di tutto c'è il famoso foglietto trovato nelle perquisizioni di maggio nell'abitazione della famiglia Sempio a Garlasco, di cui l'uomo si è assunto la paternità: "Venditti gip archivia per 20. 30. euro". La conoscenza dell'iscrizione nel registro degli indagati di Giuseppe Sempio è avvenuta perché la Procura di Brescia ha nominato il consulente informatico Matteo Ghigo per estrarre la "copia forense" da "dispositivi" e "supporti" dell'ex procuratore aggiunto di Pavia , Mario Venditti, e cercare "dati rilevanti" per l'indagine per corruzione da parte della famiglia Sempio anche in messaggi che siano stati "eventualmente cancellati". Sia Venditti, difeso dagli avvocati Domenico Aiello e Marcello Perillo, che Sempio senior, temporaneamente assistito dall'avvocata d'ufficio Marzia Gregorelli del foro di Brescia, potranno nominare consulenti tecnici di parte per le operazioni che avranno inizio lunedì 3 novembre. L'accertamento non ripetibile avrà una durata di 45 giorni.
Gli investigatori stanno ripercorrendo i flussi di denaro che sono transitati nella famiglia Sempio tra dicembre 2016 e giugno 2017, quando le sorelle di Giuseppe Sempio hanno "emesso assegni per complessivi 43mila euro a favore del fratello" e in quello stesso periodo "hanno effettuato prelievi in contanti per 35mila euro". Queste movimentazioni sono incongrue con i movimenti standard della famiglia prima e dopo quell'arco di tempo. Il padre di Sempio si è comunque difeso in merito a quel foglietto e a quelle movimentazioni sostenendo, durante la testimonianza del 26 settembre, che è "una previsione di spesa che avevamo fatto tra di noi, su quanto avremmo dovuto pagare agli avvocati alla fine della faccenda".
Ma gli investigatori contestano questa ricostruzione, sottolineando che "'lei non scrive 'se si arriva all’archiviazione', ma “Venditti archivia'" e Sempio senior ha replicato: "Noi pensavamo comunque di arrivare all’archiviazione". Nelle prossime settimane si potrebbe avere notizia di iscrizione nel registro degli indagati anche di altre persone.