Cronaca giudiziaria

Caso Carlotta Benusiglio, in appello assolto il fidanzato. "Non fu omicidio"

Il fidanzato di allora, Marco Venturi, è stato oggi assolto in appello dall'accusa di averla strangolata per poi inscenarne il suicidio, che era l'ipotesi della procura

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Non fu omicidio. Dopo un percorso durato sette anni - tra indagini e processi, con sofferenze enormi - si è arrivati al secondo capitolo della verità giudiziaria sulla morte di Carlotta Benusiglio. Il fidanzato di allora, Marco Venturi, è stato oggi assolto in appello dall'accusa di averla strangolata per poi inscenarne il suicidio, come ipotizzato dalla procura. In primo grado gli era stata inflitta una condanna a sei anni con l'accusa di morte come conseguenza di un altro reato, cioè lo stalking. La corte d'Assise di Milano ha ribaltato anche quest'accusa, rigettando la richiesta della procura generale, con la sostituta pg Maria Vittoria Mazza, di condannarlo a 30 anni.

Dai familiari della ragazza, trovata morta nel maggio 2016, è arrivata una reazione furibonda. La sorella Giorgia da sempre attiva per la ricerca della verità, è uscita dall'aula visibilmente scossa dalla sentenza e ha sbattuto la porta dell'aula". "Spero che Carlotta non veda", sono state le poche parole pronunciate da Giovanna Palazzi. L'avvocato Pierpaolo Pieragostini, che assiste la parte civile insieme all'avvocato Gian Luigi Tizzoni, ha messo in luce "la lunga catena di errori a livello investigativo", annunciando un prevedibile ricorso per Cassazione.

"Carlotta Benusiglio si è ammazzata, in questi anni si sono volute creare troppe aspettative. Mi dispiace dirlo ma è così", è stato il commento di Andrea Belotti, l'avvocato di Venturi che non era presente in aula a Milano.

Per la pubblica accusa contro l'imputato ci sono i fotogrammi delle telecamere che lo immortalano nel luogo in cui Carlotta perde la vita, i tempi serrati della morte della giovane più compatibili con un omicidio che con un suicidio, ma anche le tante versioni che Venturi offre agli investigatori.

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