Cronaca giudiziaria

Caso Liliana Resinovich, slitta decisione su archiviazione: la protesta di fronte al tribunale

Si dovrà attendere ancora per sapere in merito all'archiviazione sul caso di Liliana Resinovich: cosa è accaduto questa mattina in tribunale

Caso Liliana Resinovich, slitta decisione su archiviazione: la protesta di fronte al tribunale

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Slitta l'attesa decisione sull'archiviazione come suicidio dell'indagine sulla morte di Liliana Resinovich. Questa mattina il gip del tribunale di Trieste si è riservato di decidere nei prossimi giorni, stando a quando reso noto dall'avvocato Nicodemo Gentile che assiste il fratello della scomparsa, Sergio Resinovich, indicativamente tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima.

Le proteste

Liliana Resinovich scomparve da Trieste la mattina del 14 dicembre 2021. Il 5 gennaio 2022 venne ritrovato il suo corpo nel boschetto nei pressi dell'ex ospedale psichiatrico triestino. Le indagini si sono svolte per oltre un anno, ma tuttora non è stata chiarita la data di morte e permangono diversi interrogativi sulle dinamiche. Tanto che a marzo 2023, quando le indagini sono state chiuse, la famiglia e il marito della donna hanno presentato opposizione all'archiviazione: per nessuno di loro si tratta di suicidio.

Questa mattina, nella giornata in cui si attendeva la decisione del gip, diverse persone hanno protestato di fronte al tribunale, recando cartelli con le scritte "Verità per Lilly". Tra loro Claudio Sterpin, sedicente amante di Resinovich, che già nelle scorse settimane aveva promesso di organizzare un sit in e che è convinto che la donna sia stata picchiata o uccisa, forse anche da un sicario: l'orario della morte sarebbe stato segnato sul suo orologio fermo, le 9.17. Di certo Sterpin non crede che la donna si sia nascosta per tre settimane e alla fine si sia tolta la vita. Stando alla ricostruzione, Sterpin attendeva Resinovich il giorno della scomparsa, ma lei gli aveva telefonato per dirgli che avrebbe ritardato per fare un salto in un negozio di telefonia.

"Se Liliana fosse stata viva dopo il giorno della sua scomparsa - ha detto ai giornalisti presenti in tribunale - avrebbe fatto di tutto per avvertirmi o per avvertire Sergio, il fratello. Oppure era costretta". Sterpin ha riferito anche che nei prossimi giorni dovrebbe essere convocato in questura, ma ne ignora le ragioni.

L'assenza del marito

Tra coloro che manifestavano era assente il vedovo Sebastiano Visintin: anche lui aveva presentato opposizione all'archiviazione, ma aveva anche affermato che non avrebbe preso parte al sit in. "In questa udienza tra gli avvocati - ha commentato Sergio Resinovich - c'è stato un atteggiamento collaborativo. Ognuno ha espresso la sua idea. Mi ha colpito di più il fatto che Sebastiano, il marito di Liliana, non fosse presente all'udienza. Sarebbe stato logico che fosse venuto, in fin dei conti si parlava di sua la moglie. Anche se in cuor mio è stato meglio che non sia venuto. Io non volevo certamente vederlo.

Adesso attendiamo le decisioni del giudice a fine settimana".

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