Cronaca giudiziaria

No al ricorso, i beni restano sequestrati: nuova batosta per i Soumahoro

Marie Therese Mukamitsindo e Michel Rukundo, suocera e genero di Soumahoro, avevano presentato il ricorso per il dissequestro delle somme. I giudici del riesame hanno detto no

No al ricorso, i beni restano sequestrati: nuova batosta per i Soumahoro

Sono stati respinti dal tribunale del riesame di Latina i ricorsi di Marie Therese Mukamitsindo e Michel Rukundo, che chiedevano l’annullamento del decreto di sequestro dei beni legato all’inchiesta per presunta evasione fiscale e false fatturazioni. I familiari del deputato Soumahoro attendono ora l’esito del riesame a Roma relativo al ricorso contro le misure interdittive.

Il doppio binario dei familiari di Soumahoro

Liliane Murekatete, moglie di Aboubakar Soumahoro, ha deciso di non presentare il ricorso al riesame di Latina mentre sembra confermato quello al tribunale di Roma. Percorso diverso invece per gli altri familiari. Ieri il collegio penale di Latina, presieduto da Gianluca Soana, ha infatti respinto il ricorso presentato dalla madre e dal fratellastro di lady Soumahoro. gli avvocati Fabio Pignataro e Luca Marafioti, che assistono la suocera e il genero del parlamentare, avevano chiesto l’annullamento del sequestro dei beni, pari ad oltre 600 mila euro. Nel ricorso i legali hanno sostenuto la bontà delle condotte dei loro assistiti rigettando l’accusa di evasione fiscale avanzata dai magistrati inquirenti. Ovviamente si attendono le motivazioni della sentenza di rigetto da parte del riesame di Latina, che saranno pubblicate nei prossimi giorni. Ma le difese di Mukamitsindo e Rukundo non demordono e sono pronte al nuovo round al riesame di Roma fissato per il 6 febbraio prossimo.

L’indagine della procura, nell’aria una nuova svolta

L’inchiesta della procura di Latina ha portato, a fine 2022, a iscrivere nel registro degli indagati sei persone, tra cui i familiari del deputato Soumahoro. Tutto ruota attorno alla gestione della cooperativa Karibù che si occupava di accoglienza di migranti e minori non accompagnati. Le accuse principali sono quelle di evasione fiscale e false fatturazioni. Il sistema - in base a quanto ipotizzato - era fondato sull’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e altri costi ritenuti dagli investigatori inesistenti utilizzati dalla Karibù nelle dichiarazioni per gli anni dal 2015 al 2019. Ma nelle ultime settimane i magistrati e la guardia di finanza hanno acquisito nuovo materiale legato agli appalti gestiti fino al 2021 da Karibù nei comuni della provincia di Latina.

Una massiccia documentazione che potrebbe presto portare a nuovi risvolti.

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