Schiaffi, percosse e un coperchio bollente: la follia dello straniero sulla figlia di 5 anni

Un trentaseienne marocchino è finito a processo a Perugia per abuso di mezzi di correzione: avrebbe preso più volte a schiaffi la figlia di 5 anni, costringendola per punizione a tenere in mano un coperchio bollente

Schiaffi, percosse e un coperchio bollente: la follia dello straniero sulla figlia di 5 anni
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Avrebbe maltrattato a più riprese la propria figlia di 5 anni, prendendola a schiaffi quando non le obbediva. E in almeno un'occasione, dinanzi al rifiuto della bambina di rimettere a posto i propri giocattoli, l'avrebbe costretta per punizione a tenere in mano un coperchio bollente. Protagonista della vicenda che arriva da Perugia è un uomo di 36 anni originario del Marocco, finito in tribunale nelle scorse ore con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. Stando a quel che riporta il sito web PerugiaToday, i fatti si sarebbero svolti nei mesi scorsi. Il trentaseienne straniero è in sostanza stato accusato di aver utilizzato metodi di disciplina considerati eccessivi e inappropriati nei confronti della figlia. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l'avrebbe infatti schiaffeggiata più volte per farsi ascoltare.

L'avrebbe fatto in particolare quando la piccola faceva le bizze e si rifiutava di ascolarlo. E non è tutto perché oltre agli schiaffi in almeno un altro caso le avrebbe inflitto un vero e proprio supplizio: sempre per punirla, lo straniero le avrebbe a quanto sembra imposto di prendere con con la mano il coperchio bollente di una pentola. Atti che avrebbe a suo dire messo in pratica per educare la figlia e che sarebbero talvolta avvenuti anche di fronte alla madre della piccola. Secondo la procura di Perugia “con più atti esecutivi” avrebbe abusato “di mezzi di disciplina e correzione nei confronti della figlia minore, all'epoca dei fatti di appena 5 anni, colpendola con schiaffi, in più occasioni” perché la stessa “non metteva a posto i propri giochi”.

L’accusa contesta all’imputato, come detto, anche il fatto di aver costretto la bambina “a prendere in mano un coperchio bollente, sempre in occasione di presunte mancanze” della stessa. Il Codice Penale prevede poi che "chiunque abusi dei mezzi di correzione o di disciplina in danno di una persona sottoposta alla sua autorità, o a lui affidata per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, ovvero per l'esercizio di una professione o di un'arte, è punito, se dal fatto deriva il pericolo di una malattia nel corpo o nella mente, con la reclusione fino a sei mesi". Nel procedimento risultano persona offesa la minore e la madre di quest'ultima.

Da circa un anno, la bambina avrebbe infine ripreso a frequentare il padre con incontri settimanali di due ore, alla presenza di un educatore. Nelle prossime settimane potrebbero ad ogni modo esserci ulteriori sviluppi.

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