Certe espressioni usate contro Liliana Segre assumono un "significato di odio e di disprezzo" più "riprovevole rispetto all'utilizzo degli stessi termini in relazione ad un qualsiasi altro individuo", perché vengono "rivolte nei confronti di una persona la cui stessa esistenza e sopravvivenza è stata ostacolata e messa in pericolo" solamente "a causa dell'appartenenza ad una specifica comunità religiosa".
Lo scrive il gup di Milano Luca Milani nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 13 ottobre, ha condannato ad un anno e 6 mesi per "propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale" e per diffamazione aggravata dall'odio razziale, Cecilia Parodi, scrittrice, attivista e relatrice in alcuni convegni, imputata a seguito della denuncia della senatrice a vita. Il processo con rito abbreviato vedeva al centro un video choc, pubblicato su Instagram nel luglio 2024, nel quale Parodi aveva affermato, tra le altre cose, "odio tutti gli ebrei", oltre a frasi antisemite contro la sopravvissuta alla Shoah.
Il giudice chiarisce che le frasi al centro delle imputazioni "devono essere contestualizzate in relazione al soggetto destinatario". Segre è "una dei sopravvissuti allo sterminio degli ebrei" ed ha assunto "nell'immaginario collettivo il ruolo di voce autorevole" sulle tematiche dell'Olocausto, tanto da essere stata nominata "senatrice a vita dal Presidente della Repubblica". E c'è da tenere conto, poi, si legge ancora, che la "diffusione sui social" di quei messaggi denigratori può "scatenare reazioni e commenti di utenti, purtroppo numerosi" che, "nascondendosi dietro a una tastiera, negano la tragedia dell'Olocausto" e manifestano "sentimenti di odio e discriminazione nei confronti degli ebrei".
Con la sentenza sono state disposte provvisionali di risarcimento danni per le parti civili: 10mila euro a carico di Parodi e a favore di Segre, rappresentata dall'avvocato Vincenzo Saponara, 5mila euro a favore di The
International Association of Jewish Lawyers and Jurists e 500 euro per il suo presidente, assistiti dal legale Luigi Florio, e altri 5mila euro per l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con l'avvocato Tommaso Levi.