
L'omicidio di Chiara Poggi continua a essere oggetto di interesse per l'opinione pubblica. L'impressione, stando a quanto si percepisce nelle discussioni, è che si sia in attesa di qualcosa che potrebbe arrivare da un momento all'altro, ma non si sa cosa sia. Nel corso della trasmissione Zona Bianca in onda ieri è stato anche detto che è probabile che nei prossimi giorni venga depositata la Bpa chiesta dalla Procura di Pavia ai Ris ma non è detto che se ne conosca il contenuto, perché potrebbe anche essere posta sotto segreto istruttorio. Intanto le parti, inclusa quella offesa, hanno consegnato le loro consulenze e così ha fatto anche la difesa di Alberto Stasi in merito all'impronta 33. Una consulenza che ha fatto parecchio rumore per le sue conclusioni e per come è stata condotta, ossia tramite esperimento giudiziale. L'avvocato di Andrea Sempio, attualmente indagato per la morte di Chiara Poggi, è stato ospite della trasmissione di Rete 4 e ha spiegato la sua reazione iniziale scomposta davanti alla consulenza di Stasi, fornendo anche altre dichiarazioni sul caso.
"Non chiedo l’estromissione della difesa di Stasi, non ne ho alcun interesse. Mi sono spaventato perché queste notizie sono sempre eclatanti, come quella dell’impronta 33, e all’inizio pensi sempre all’incubo che diventa realtà. Poi però rifletti e capisci che è tutta una farsa. Quella consulenza è un esercizio di alchimia: una filosofia protoscientifica, come quella di chi voleva trasformare i metalli in oro. Appena l’ho capito, mi sono rallegrato: viene dalla mia parte. Loro hanno fatto alchimia. È la stessa alchimia che i genetisti Ricci e Linarello hanno utilizzato sulle tracce subungueali di Chiara. Sono contento, si sono smascherati: sono alchimisti", ha dichiarato Lovati. Nel suo mirino non sono finiti solo i consulenti di Stasi ma anche quelli della procura che hanno individuato del presunto di Dna di Sempio nella zona delle unghie della vittima.
L'avvocato Lovati ha più volte perso la pazienza nel corso della trasmissione.
Criticando il lavoro dei consulenti di Stasi ha dichiarato che, per fare l'esperimento, "il sangue l’hanno preso all’Avis e il sudore da un centometrista… ma basta! Dove l’hanno preso davvero quel materiale? Che esperimenti sarebbero questi? Io sono convinto che ci sia un giudice: questi consulenti si sono squalificati da soli, e non lo dico solo io, è una cosa talmente ovvia. Da una foto non si può stabilire se ci siano sangue e sudore. Inventano, altro che alchimia: questo è peggio". Secondo Lovati "questa indagine era chiusa e doveva rimanere chiusa".