
Nei prossimi giorni ci saranno poche novità in merito al caso di Garlasco, a meno che i Ris di Cagliari non consegnino la nuova Bpa effettuata a partire dalle rilevazioni fatte in casa Poggi nelle settimane precedenti. Non è stata fissata ancora la nuova udienza per l'incidente probatorio e la genetista nominata dal gip per effettuare le indagini sulle tracce biologiche attualmente non è operativa. L'ultimo tassello che è stato aggiunto è la consulenza di parte della difesa di Alberto Stasi, che ha consegnato una relazione su base sperimentale sull'impronta 33 per sostenere la tesi che possa essere stata lasciata da una mano poco insanguinata ma sudata. Lui è l'unico condannato per l'omicidio di Chiara Poggi.
Una tesi che non convince l'avvocato dell'indagato Andrea Sempio, Massimo Lovati, che in una dichiarazione riportata da La provincia Pavese sostiene che "mi sembra una follia dire che quell’impronta è insanguinata e piena di sudore basandosi solo una su una foto: sto pensando di chiedere l’estromissione della difesa di Stasi da questo procedimento". L'avvocato ha aggiunto di avere "rispetto per i legali di Stasi, però questa perizia non la ritengo plausibile. Abbiamo anche noi una perizia su quell’impronta che dice altro, escludendo Sempio". Un concetto che l'avvocato ha ripetuto anche questa mattina durante la trasmissione Morning News in onda su Canale 5. "Mi sembra il piccolo alchimista da quel che ho sentito dire. Dei catini di sudore, di sangue ecc. Hanno fatto una simulazione ma sono cose che non stanno né in cielo né in terra, sembrano gli esperimenti chimici che facevamo al massimo in quarta ginnasio", ha detto l'avvocato nella trasmissione condotta da Dario Maltese. Poi, ha aggiunto, "prima di arrivare a questo punto, volete chiarire se quell'impronta è attribuile a Sempio o no? A che cosa è stata raffrontata quell'impronta? Se la parte sinistra della fotografia, per chi guarda, c'entra il palmare di Sempio oppure no?".
Nella stessa trasmissione è stata ospite anche l'avvocato Giada Bocellari, parte del pool difensivo di Alberto Stasi, la quale ha spiegato come è stata condotta la perizia depositata. "Abbiamo fatto delle sperimentazioni a livello statistico, quindi non con una impronta ma con più impronte, in diverse situazioni. Queste tra l'altro sono prove sperimentali che tutti possono fare, anche la difesa di Sempio le può replicare, non abbiamo la pretesa di essere gli unici: sono prove ripetibili. E abbiamo realizzato esattamente quello che ha fatto il Ris sull'impronta 33: abbiamo spruzzato la ninidrina, abbiamo aspettato che reagisse e abbiamo grattato l'intonaco", ha spiegato l'avvocato.
Va sempre sottolineato che si tratta di una consulenza di parte e non di una perizia e che l'impronta 33, non essendo più disponibile fisicamente ma solo in foto, non è stata ammessa all'incidente probatorio ma sarà eventualmente oggetto di dibattimento.