Quali segreti custodiscono gli undici dispositivi elettronici sequestrati il 26 settembre a Mario Venditti, ex procuratore della Repubblica di Pavia, indagato per peculato e corruzione in atti giudiziari? Quali risposte possono dare sia sull'insabbiamento nel 2017 dell'indagine bis sul delitto di Garlasco sia sui rapporti illeciti del magistrato con i potenti della città sul Ticino? Nel braccio di ferro tra Venditti e la procura della Repubblica di Brescia ieri arriva l'ultima mossa dell'avvocato dell'ex magistrato, Domenico Aielllo, che fa saltare l'appuntamento fissato per oggi per l'apertura dei dispositivi. Alle 15 nello studio di un tecnico informatico di Pinerolo erano attesi sia Venditti che Giuseppe Sempio, padre del nuovo indagato per l'uccisione di Chiara Poggi; per assistere con i loro tecnici alle analisi dei dispositivi. Invece Aiello chiede che le analisi vengano svolte con la formula dell'incidente probatorio, con un perito nominato dal tribunale. Mossa legittima, e che allunga non di poco i tempi degli accertamenti.
Non è una mossa puramente dilatoria. Perché proprio questa mattina a Brescia è fissata l'udienza del Riesame contro il sequestro dei dispositivi. Già una prima volta Venditti ha chiesto e ottenuto l'annullamento dei sequestri, la Procura invece di eseguire l'ordine del tribunale glieli ha sequestrati nuovamente con due distinte ordinanze del giudice preliminare: una collegata all'indagine su Sempio, una per gli altri reati di cui Venditti è accusato in relazione al «sistema Pavia», il grumo di affari che coinvolgeva insieme a lui carabinieri, politici, imprenditori, e che avrebbe influenzato per dieci anni la gestione della giustizia. Se il Riesame annullasse anche i nuovi sequestri, Venditti potrebbe ritornare in possesso di tutto: tre iPhore, due iPad, due hard disk, due chiavette Usb e due computer portatili. Uno di questi pc porta il bollino della «Procura di Pavia-ufficio beni mobili», ed è quindi verosimilmente il computer che Venditti aveva in dotazione quando era procuratore della Repubblica e che ha portato con sé, completo di caricabatterie, quando è andato in pensione. Il procuratore di Brescia, Francesco Prete, e la sua pm Claudia Moregola, dal 26 settembre si chiedono perché Venditti si sia tenuto il pc della Procura e cosa ci sia dentro.
Di tutti i dispositivi sequestrati, il pc è il più facile da ispezionare anche senza le parole chiave, che Venditti si è rifiutato di consegnare agli inquirenti, e quindi è possibile che nel mese trascorso i tecnici della procura bresciana siano riusciti a prelevarne qualche dato. Ma il contenuto degli iPhone e degli iPad è blindato, e se il Riesame (la cui decisione è attesa per i prossimi giorni) ne ordinasse la restituzione, Venditti tornerebbe nella piena disponibilità dei contenuti.
Venditti non è il solo a chiedere di recuperare i propri apparecchi.
Nell'udienza di oggi il tribunale di Brescia dovrà decidere anche sul ricorso presentato da uno dei fratelli d'Arena, titolari della Esitel, per molti anni monopolista delle intercettazioni per la Procura di Pavia: comprese quelle disposte nel 2017 da Venditti nella prima indagine a carico di Sempio, dalle cui trascrizioni scomparvero diversi passaggi significativi.