
Ci sono elementi sulla scena del crimine di Garlasco che potrebbero aiutare a mettere nel giusto posto alcuni tasselli del puzzle che, per il momento, sembrano non esserlo. Alcuni sono stati analizzati in passato ma potrebbero essere rivisti con le nuove tecnologie, altri sono stati ignorati perché ritenuti non utili a quell'indagine. Tra questi ci potrebbe essere anche una nuova impronta, che non è la 33, che si troverebbe sul pavimento della villetta di via Pascoli dove è stata uccisa Chiara Poggi e che sarebbe stata lasciata in una pozza di sangue. Il condizionale è d'obbligo ma quel segno sul pavimento che è stato mostrato anche a Zona Bianca nel corso della puntata di ieri sembra essere a tutti gli effetti l'impronta di una mano sinistra.
"Questa impronta non è contenuta nella consulenza biodattilo dei Ris del 2007 che, come diceva il collega Gianluca Zanella, mostra quella traccia sul fondo delle scale ma non dà il particolare dell'impronta e né fa alcun riferimento. Tra l'altro, aggiungo a quello che ha detto Zanella, c'è la certezza assoluta che quell'impronta non sia di Chiara, perché guardando le foto dell'autopsia, la mano sinistra l'aveva totalmente pulita. L'unica mano leggermente sporca di sangue è la destra: quindi che quella non sia la mano di Chiara Poggi è certo", ha spiegato la giornalista Rita Cavallaro, che si sta occupando di Garlasco per il Tempo e il settimanale Gente.
"Non sappiamo di chi sia, chiaramente è anche compatibile con il fatto che l'azione omicidiaria, sulla base della consulenza medico legale presentata nel 2009 e non presa in considerazione, è durata molto, sia questa che quella successiva. E che c'erano almeno due persone, perché da quel punto poi Chiara viene trascinata fino al telefono e lì c'è l'aggressione mortale: a quel punto il cadavere viene sollevato da due persone e gettato sulle scale della cantina", ha aggiunto. Nei prossimi giorni i Ris di Cagliari dovrebbero presentare la nuova Bpa che è stata chiesta dalla procura di Pavia e da lì potrebbero emergere elementi che fanno convergere l'indagine verso una direzione.
I rilievi effettuati dal reparto investigazioni scientifiche di Cagliari dei Carabinieri potrebbero accertare se sulla scena del crimine ci fossero una o più persone "attive", che cioè hanno partecipato all'azione omicidiaria, come sostengono più esperti.