Era già tutto nero su bianco, da quasi quattro anni. Il viluppo di rapporti ravvicinati tra politica, magistratura, carabinieri e affari che sta venendo alla luce a Pavia a margine dell’inchiesta-bis sul delitto di Garlasco ha stupito solo chi a Pavia non ci vive. Un esposto senza firma (ma che molti attribuiscono a uomini delle forze dell’ordine) inviato a una serie di destinatari rivelava nel 2021 con precisione quasi millimetrica le alleanze sotterranee che permettevano a un ristretto gruppo di sodali di gestire a proprio uso e consumo affari e inchieste.
Anche le indagini del 2007 e del 2017 sulla morte di Chiara Poggi sono state gestite da investigatori legati a questo sistema di potere, a partire dal maresciallo dei carabinieri Silvio Sapone. Anzi, c’è chi dice che proprio dal computer di un ufficiale dei carabinieri arrestato nell’operazione Clean 2, Maurizio Pappalardo, siano emersi elementi che hanno convinto il nuovo procuratore Fabio Napoleone che nella indagine su Garlasco, quella che ha portato alla condanna di Alberto Stasi, ci fossero delle anomalie inspiegabili. Ma Garlasco è solo la più mediatica delle indagini che Napoleone sta rileggendo in profondità. La convinzione del nuovo corso è che per anni a Pavia gli steccati tra poteri fossero saltati, e che solo in questo modo siano spiegabili immagini come quelle pubblicate dal sito Lucepavese, con il procuratore della Repubblica Mario Venditti (nella foto) vestito da antico romano alle feste di Angelo Ciocca, all’epoca onnipotente eurodeputato leghista, legato a doppio filo ai signori delle costruzioni: al punto di portarsi a Bruxelles come assistente (come confermano gli archivi dell’Europarlamento) Edoardo Sclavi, figlio di Andrea Sclavi, signore del mattone e degli appalti.
Ora Ciocca è in disgrazia, in attesa del processo per corruzione e falso chiesto dalla Procura, e i suoi supporter si stanno ricollocando in buona parte a sinistra. Ma c’è voluto il cambio della guardia in Procura. L’esposto che descrive il sistema porta la data del 12 settembre 2021, tre mesi prima dell’insediamento del nuovo procuratore, Fabio Napoleone, che presta giuramento il 16 dicembre. Ce n’è per tutti: per i carabinieri Antonio Scoppetta (oggi a San Vittore), Silvio Sapone, Maurizio Pappalardo perennemente attovagliati da Lino, il ristorante di lusso dei fratelli Raffaele e Cristiano D’Arena, titolari di una ditta di intercettazione, la Esitel, che la Procura utilizza «per la quasi totalità delle attività di intercettazione telefonica»; per il procuratore Venditti e due suoi sostituti, commensali abituali di Ciocca, del presidente di Pavia Acque Luigi Pecora e di Cerutti, imprenditore che nella sua villa ospita di Montecallo Versiggia ospita sovente magistrati e carabinieri. Al termine delle mangiate, dice l’esposto, Scoppetta chiama la centrale operativa per disattivare i posti di blocco e gli etilometri.
Sembrano piccole storie di paese, e invece è il ritratto di una città importante dove ne accadevano di tutti i colori: con il procuratore che aveva la moglie Elena Galati assunta come capo del personale al Policlinico San Matteo, altra roccaforte dei poteri locali, su cui avrebbe dovuto vigilare.
Vigilanza che la procura di Venditti in effetti esercita ma andando all’attacco dei vertici dell’ospedale con inchieste campate in aria, e la stessa cosa avviene contro la municipalizzata locale. Con grande soddisfazione delle cordate rivali, che approfittano delle inchieste della Procura per liberarsi spazi. Anche su questo indaga la nuova Procura.