Cronaca giudiziaria

Il vigile con la divisa da Ss è stato assolto in appello. Ecco le motivazioni

Giorgio Piacentini, ex comandante dei vigili di Biassono, nel monzese, è stato oggi assolto dall'accusa di apologia di fascismo. Sei anni fa aveva postato una foto con la divisa da ufficiale nazista con il commento: "Basterebbe una compagnia di questi per sistemare alcune cose".

Il vigile con la divisa da Ss è stato assolto in appello. Ecco le motivazioni

Sentenza ribaltata e sospiro di sollievo per Giorgio Piacentini, ex comandante dei vigili di Biassono, nel monzese, finito degradato e condannato per avere postato la propria foto in divisa da Ss sui social (in un gruppo chiuso). A ben sei anni di distanza dai fatti - era il 7 gennaio 2017 - la corte d'appello di Milano, sezione quinta, lo ha assolto oggi dall'accusa di apologia di fascismo. Non vi sono i presupposti per condannarlo, dal momento che non vi è "pericolo concreto" di riorganizzazione e restaurazione del partito nazista. Né è reato, semmai un gesto decisamente inopportuno, farsi fotografare in divisa da ufficiale nazista. Proprio come ha chiesto il sostituto pg Cuno Tarfussen che pur ha parlato di "commento bieco", in riferimento alle parole che corredavano la foto. Piacentini, infatti, irritato dal comportamento di alcuni sottoposti, scriveva testuali parole in quel gruppo su Facebook: "Basterebbe una compagnia di questi per sistemare alcune cose". E anche: "Proporrò al sindaco di adottare questa divisa". Parole pronunciate con intento volutamente "sarcastico", aveva sottolineato l'avvocato Carlalberto Pirro, difensore di Piacentini, nel suo ricorso in appello. Affermazioni che, per il legale, corrispondevano a un mero luogo comune "come il riferimento al forte senso del dovere e di obbedienza quale connotazione generalmente associata all'esercito tedesco e nello specifico alle Ss". Piacentini si è poi sempre difeso spiegando di essere un appassionato di rievocazioni storiche, producendo al processo una serie di fotografie che lo ritraggono in divise militari della seconda guerra mondiale, scattate in varie manifestazioni.

Ribaltata la sentenza in primo grado

Secondo il giudice di Milano Marco Formentini, invece, che lo ha condannato in prima battuta per apologia di fascismo, Piacentini avrebbe invece esaltato "principi e valori antidemocratici propri del nazismo e del fascismo" e avrebbe anche "veicolato un messaggio di adesione a idee fondate sulla superiorità della razza e sulla discriminazione razziale". Anche all'epoca comunque il giudice aveva concesso le attenuanti generiche, essendo inoltre "provato che l'imputato mai avesse manifestato adesione a ideologie antidemocratiche" e anzi si è "distinto per il metodo dialettico e democratico seguito nell'esercizio delle sue funzioni". A differenza dei giudici di primo grado, la Corte oggi ha deciso di dare credito alle motivazioni di Piacentini (le motivazioni saranno depositate entro 40 giorni da oggi).

Meglio tardi che mai.

Commenti