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Case ai russi e “lavori fantasma”: l'inchiesta sulle infiltrazioni che scuote la Finlandia

Permessi di soggiorno ottenuti tramite assunzioni fittizie e lacune nella legge sugli acquisti immobiliari: il governo prepara nuove misure

Case ai russi e “lavori fantasma”: l'inchiesta sulle infiltrazioni che scuote la Finlandia
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Un sistema che collega la vendita di migliaia di immobili in Finlandia a cittadini russi – spesso nullatenenti – con il rilascio di permessi di soggiorno basati su rapporti di lavoro considerati non autentici: questo quanto emerso da un’inchiesta dell’unità investigativa Mot dell’emittente pubblica finlandese Yle.

Secondo il media finlandese, centinaia di appartamenti nel Paese comparirebbero su portali immobiliari russi nonostante le restrizioni introdotte da Helsinki sulle compravendite di cittadini russi non residenti. Tra le società citate figura un’agenzia con sede a Imatra, che avrebbe promosso immobili finlandesi su siti di Mosca e offerto un percorso facilitato per ottenere un permesso di soggiorno.

La ricostruzione di Mot indica che alcuni richiedenti venivano formalmente “assunti” dalla stessa agenzia in cambio del pagamento di una somma significativa. L’incarico offerto non prevedeva mansioni reali: si trattava di un rapporto di lavoro creato allo scopo di soddisfare i requisiti necessari per avviare la richiesta del permesso di soggiorno (mantenendo uno “stipendio” per cinque anni). Una volta completata la procedura burocratica, la posizione lavorativa veniva assegnata a una persona già individuata in precedenza. Secondo i dati citati, solo nella prima metà dell’anno la Finlandia ha concesso circa 3.700 permessi di soggiorno a cittadini russi. Il Servizio Immigrazione finlandese Migri ha dichiarato di avere familiarità con questo tipo di schema: "Sebbene non si tratti di un fenomeno nuovo, i metodi impiegati possono variare".

Il governo finlandese ha già introdotto un divieto che impedisce ai russi non residenti di acquistare immobili per motivi di sicurezza nazionale. Tuttavia, il provvedimento non copre le abitazioni acquistate tramite quote di società di housing, una forma molto diffusa in Finlandia. Questo limite normativo avrebbe permesso agli intermediari di aggirare parte delle restrizioni. Il ministro della Difesa Antti Häkkänen ha dichiarato che l’esecutivo intende rafforzare i controlli sui potenziali acquirenti, in particolare quando si tratta di cittadini russi: “La questione merita un esame più approfondita”.

L’inchiesta sottolinea che alcune autorità finlandesi guardano con attenzione alla crescente presenza di acquirenti russi in aree sensibili del Paese. Sebbene l’acquisto di singoli appartamenti non generi automaticamente rischi significativi, la combinazione tra proprietà, permessi di soggiorno e rapporti di lavoro irregolari è considerata un fattore che necessita di verifica. L’agenzia immobiliare coinvolta ha respinto le accuse sostenendo che le procedure seguite rispettassero la normativa, ma l’indagine di Yle mostra documenti e testimonianze che contraddirebbero questa versione.

Il caso sollevato dal giornale potrebbe portare a una revisione più ampia della normativa su immigrazione e investimento immobiliare.

Il governo di Helsinki ha già segnalato la necessità di chiudere le lacune legislative che consentono l’acquisto di immobili attraverso strutture societarie o l’uso improprio delle procedure di assunzione. Le autorità dovranno ora stabilire l’estensione del fenomeno.

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