Cronaca internazionale

Usa, eletto il nuovo speaker della Camera: il Gop sceglie il "trumpiano" Mike Johnson

Mike Johnson è il nuovo speaker della Camera Usa: trumpiano di ferro, si appresta a rimettere in moto un Congresso paralizzato dalla destituzione di Kevin McCarthy

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E speaker sia: alla Camera Usa va in scena l'epilogo di un'epopea che aveva tenuto Capitol Hill con il fiato sospeso per settimane. Mike Johnson, rappresentante della Louisiana, è il nuovo presidente della Camera del Congresso americano. Il quarto candidato dei Repubblicani ha ottenuto 220 voti.

Le priorità del nuovo speaker

Ma le polemiche non sembrano spegnersi qui, in un momento di grave crisi internazionale, tra Medio Oriente e Ucraina, e problemi interni: innanzitutto il bilancio. "Ora torniamo a lavorare". Johnson affida a X le sue prime parole dopo il voto che lo ha visto vittorioso. "Mi assicurerò che l'azione della camera si traduca in risultati e riporterà fiducia in questa istituzione". Cristiano evangelico che ha votato a favore di un divieto a livello nazionale dell'aborto, Johnson si è opposto anche al riconoscimento federale delle coppie dello stesso sesso e da tempo si oppone all'invito di aiuti all'Ucraina. La Camera Usa voterà nelle prossime ore una risoluzione su Israele, parola di Johnson: sarà necessario poi agire sulla crisi al confine con il Messico, che il Senato e la Casa Bianca non possono più ignorare. Johnson identifica fra le sue priorità anche una stretta sulle spese in modo da cercare di riportare i conti pubblici su una traiettoria sostenibile. Per questo obiettivo, ha annunciato la creazione di una commissione bipartisan sul debito.

Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non appare preoccupato dall'elezione del nuovo speaker, incassando bene il colpo: "Spero sia vero - ha commentato sornione il presidente, rispondendo alla domanda di una giornalista - perchè dobbiamo andare avanti". Alla domanda se teme che anche nel 2024, in caso di vittoria, potrebbe essere di nuovo contestato, ha risposto di "non essere preoccupato", perchè i sostenitori di Trump sono "andati fino alla Corte Suprema e hanno sempre perso". "Io - ha aggiunto - conosco la Costituzione".

La scelta di Johnson come speaker

La giornata di oggi si era aperta a Washington con speranze ormai flebili, di fronte allo stallo da psicodramma degli ultimi giorni. Tom Emmer, la "frusta" e numero tre dell’attuale leadership repubblicana, era stato scelto come terzo candidato all'incarico, per poi rinunciare poche ore dopo vista l'opposizione alla sua nomina dell'estrema destra del partito, manovrata da Donald Trump, che non ha perdonato al repubblicano di aver votato per la ratifica dell'elezione di Joe Biden. Emmer avrebbe preso la decisione dopo aver capito di non avere i voti per essere eletto, così come successo ai suoi due predecessori, Steve Scalise e Jim Jordan, bocciati in aula. La decisione arriva dopo le parole di Donald Trump che aveva definito un "tragico errore" la scelta di candidare il rappresentante del Minnesota.

A questo ennesimo scrutinio interno si erano presentati otto candidati: Tom Emmer, rappresentante del Minnesota; Kevin Hern (Oklahoma); Jack Bergman (Michigan); Byron Donalds (Florida); Mike Johnson (Louisiana); Gary Palmer (Alabama); Austin Scott (Georgia) e Pete Sessions (Texas). Serviranno numerosi ballottaggi: a ogni turno verrà eliminato il candidato che ha ricevuto meno voti. Se uscirà un candidato forte, in grado di compattare il partito, il primo giorno utile per andare al voto in aula sarà domani. Ma, al momento, non ci sono garanzie che uno degli otto candidati sia in grado di conquistare i 217 voti necessari per essere eletto. "Io non penso che qualcuno li avrà - ha ammesso Donalds, rappresentante dell'ultradestra e tra gli otto candidati - credo che dovremo ancora lavorare molto per trovare una soluzione".

L'endorsement di Trump al nuovo speaker

Poche ore prima del voto, Johnson aveva ricevuto l'endorsement proprio dell'ex presidente: "Sarà uno Speaker fantastico", aveva gioito l'ex presidente parlando ai giornalisti fuori dal tribunale di New York dove è in corso il processo contro di lui per frode. "Un deputato straordinario, rispettato da tutti, non ho sentito un commento negativo su di lui", ha poi aggiunto. "Potrà essere qualcuno che farà cose spettacolari per i prossimi anni, è molto bravo ed io sono molto contento". Il motivo di tanto entusiasmo è presto spiegato: Johnson votò votato contro la certificazione della vittoria di Joe Biden il 6 gennaio 2021. Inoltre il repubblicano, che è un avvocato costituzionalista, aveva appoggiato una mozione a sostegno dei ricorsi legali di Trump negli stati dove era stato sconfitto.

Mike Johnson è stato scelto immediatamente come nuovo candidato, il quarto da quando tre settimane fa Kevin McCarthy fu stato defenestrato con una manovra orchestrata da un manipolo di deputati trumpiani guidati da Matt Gatez, ora entusiasta della scelta di Johnson. Il 51enne deputato della Louisiana è dunque colui il quale, dopo giorni di caos e tensioni interne,si appresta a riunire il partito: alla votazione di ieri solo tre repubblicani avevano votato contro di lui, nonostante le incognite della decina che si erano assentati al momento del voto.

"C'erano degli assenti ed io lavorerò per convincerli questa notte", aveva tuonato Johnson subito dopo la nomina, in vista del voto in aula.

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