Condanna a 5 anni per il regista iraniano Rasoulof: carcere e frustate dal regime

Condanna al carcere per il regista iraniano Mohammad Rasoulof per "collusione contro la sicurezza nazionale". L'arresto nel 2022

Condanna a 5 anni per il regista iraniano Rasoulof: carcere e frustate dal regime
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Nuova condanna in Iran da parte della giustizia della Repubblica islamica a cinque anni di carcere per Mohammad Rasoulof per "collusione contro la sicurezza nazionale". A renderlo noto è stato il suo avvocato, Babak Paknia, che riferisce che il verdetto determina anche pene tra le quali "frustate, multa e confisca dei beni" del regista. I media ufficiali iraniani non hanno finora fornito alcuna informazione su questa sentenza. Paknia ha precisato che la condanna è di 8 anni di carcere, di cui 5 effettivi, contro Rasoulof, che nel 2020 ha vinto l'Orso d'oro del Festival di Berlino con il suo film contro la pena capitale "La vita degli altri".

Rasoulof è stato arrestato nel luglio 2022 per aver sostenuto le manifestazioni scoppiate in Iran dopo il crollo di un edificio in cui sono morte più di 40 persone nel sudovest del Paese. In quell'occasione Rasoulof radunò i cineasta iraniani chiede, con una lettera aperta, che le forze di sicurezza "depongano le armi" di fronte all'indignazione popolare contro "la corruzione" e "l'incompetenza" dei dirigenti. È stato rilasciato temporaneamente nel febbraio 2023 per motivi di salute, al termine delle proteste antigovernative, e da allora è agli arresti domiciliari. Rasoulof sarà comunque protagonista del prossimo festival del Cinema di Cannes, in gara con il suo film "Il seme del fico sacro". Fino a oggi c'erano grossi dubbi sulla possibilità che le autorità iraniane avrebbero permesso al regista di recarsi in Francia per il festival, possibilità che ora è completamente sfumata.

L'anno scorso, l'organizzazione del festival del Cinema di Cannes invitò Rasoulof a far parte della giuria della sezione "Un certain Regard", ma gli venne impedito di lasciare l'Iran da parte

della Repubblica islamica. Alcune voci che circolarono lo scorso anno riferirono che le autorità iraniane avrebbero fatto pressioni sul regista affinché ritirasse "Seed of the Sacred Fig Tree da Cannes".

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