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Dai lager ai corpi in soffitta: la strana storia del "killer strabico"

Il Mostro di St. Pauli, Fritz Honka, ha ucciso quattro prostitute nel noto quartiere a luci rosse di Amburgo tra il 1970 e il 1975

Fritz Honka in tribunale durante il processo
Fritz Honka in tribunale durante il processo
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Spesso la polizia ha bisogno di anni, se non decenni, per individuare un serial killer. Indagini, appostamenti, intercettazioni. Qualsiasi mezzo pur di fermare la spirale di sangue. Carriere spese alla ricerca di un'unica persona. La cattura di Fritz Honka non c'entra niente con tutto ciò: il Mostro di St. Pauli fu beccato per caso, "grazie" a un incendio scoppiato nel suo condominio. A differenza di altri assassini seriali, poche vittime - appena quattro - ma un'efferatezza impressionante, raggelante.

Una storia difficile

Terzo di dieci figli, Fritz Honka non attraversa un'infanzia semplice. Cresciuto in un orfanotrofio a Lipsia dopo la terribile esperienza in un campo di concentramento, è umiliato e maltrattato a più riprese dal padre carpentiere, tanto che in un'occasione rischia di ammazzarlo di botte. Un periodo sciagurato, al punta da tentare anche il suicidio, senza andare fino in fondo.

Per provare a dare una svolta alla propria esistenza, si divide tra diversi lavori: prima come muratore, poi come bracciante agricolo e operaio navale. Nel 1956 il terribile incidente che gli causa parecchi problemi dal punto di vista fisico: strabismo pronunciato, naso rotto (e deviato per sempre) e denti rovinati. Un evento che segna la sua esistenza indelebilmente.

Il Guanto d'oro

Padre di due figli e con un matrimonio fallito alle spalle, Fritz Honka nel 1967 si trasferisce in una mansarda a Ottensen, nei sobborghi di Amburgo. Deciso a rimettere in piedi la sua vita, inizia a lavorare come guardiano notturno per la Shell. Ma il vizio dell'alcol lo porta nuovamente nell'abisso, fino al punto di non ritorno. Il futuro serial killer - minuto e macilento - frequenta diversi bar, a partire da “Il Guanto d'oro” ("Der Goldene Handschuh", ndr), ritrovo malfamato di vecchi ubriaconi ed emarginati e di ogni tipo. Per gli abitanti della zona, un luogo popolato dai "reietti della società".

Fritz Honka (film)
Jonas Dassler nei panni di Fritz Honka nel film "Il Mostro di St. Pauli"

Il primo omicidio risale al dicembre 1970. Dopo una notte a base di alcol, Fritz Honka invita a casa sua la parrucchiera-prostituta Gertraud Brauer. Lei rifiuta di fare sesso, lui la strangola brutalmente. Una furia, una rabbia indefinibile. Dopo l'omicidio, il sezionamento del cadavere con una sega. Infine, la suddivisione delle varie parti in sacchi di plastica, poi sparse in diverse zone della città.

Il Mostro di St. Pauli

Quello del 1970 non è un episodio isolato, ma passeranno ben quattro anni prima del ritorno all'omicidio. Nel 1974 Fritz torna ad uccidere: tre donne morte nel giro di pochi mesi. Cerca le sue vittime a tarda notte nei bar, a partire dall'amato "Il Guanto d'oro", dove è conosciuto con il nome di "Fiete": nel mirino finiscono donne sole, più basse e più deboli, possibilmente con la dentiera, per paura di una mutilazione del pene durante i rapporti orali.

La casa di Fritz Honka
L'abitazione in cui Fritz Honka uccise quattro donne

Nell'agosto del 1974 Fritz Honka uccide in modo barbaro la prostituta cinquantaquattrenne Anna Beuschel. La sua colpa? Non aver messo la giusta passione nel rapporto sessuale. Quattro mesi più tardi, vittima la cinquantasettenne Frieda Roblick. Dopo aver consumato un rapporto, la donna tenta di derubare Honka ma finisce strangolata e fatta a pezzi, esattamente come Beuschel. Infine, nel gennaio 1975, la morte della prostituta Ruth Schult: la cinquantaduenne - rea di averlo deriso, racconterà Honka - viene uccisa con una bottigliata in testa e strangolata con una calza da donna. Anche lei fatta a pezzi e nascosta nella mansarda.

Beccato per caso

Nessuna denuncia alle forze dell'ordine per la scomparsa delle donne uccise da Fritz Honka. Tutte e quattro le vittime non hanno legami familiari e sociali, e conducono una vita ai margini della società. Per quanto riguarda i corpi fatti a pezzi, i vicini di casa del Mostro di St. Pauli denunciano il terribile odore proveniente dalla sua abitazione. Ma Honka riesce a farla franca e non solo per le pietre al pino utilizzate per controbilanciare l'odore: la polizia infatti attribuisce la colpa ai residenti stranieri, rei di cucinare con tante spezie esotiche.

È il destino a giocare un brutto scherzo a Fritz Honka nell'estate del 1975, per la precisione il 15 luglio: il suo condominio prende fuoco - per colpa di una candela lasciata accesa da un marinaio norevegese - tanto da rendere necessario l'intervento dei vigili del fuoco. Spento il rogo, un agente trova un torso femminile parzialmente decomposto e avverte immediatamente la polizia. Honka viene arrestato poco dopo al ritorno dal lavoro.

Le autorità identificano le quattro vittime e trovano nell'abitazione di Honka più di 300 immagini pornografiche, oltre ad ingenti quantità di alcol. Il tribunale lo condanna a 15 anni di prigione in un ospedale psichiatrico, come attenuante indicato l'abuso di alcol, reo di diminuire la sua capacità di intendere e volere. Muore il 19 ottobre 1998 all'età di 63 anni a causa di insufficienza cardiaca e asma. Alla figura di Fritz Honka sono dedicati il libro "Der goldene Handschuh" di Heinz Strunk e il film "Il Mostro di St.

Pauli" di Fatih Akin.

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