L'amico immaginario, l'annuncio poi il "banchetto": così agiva il cannibale Armin Meiwes

L’”omicidio assistito” di Bernd Jürgen Armando Brandes potrebbe non essere l’unico commesso da Armin Meiwes

Frame video @RealCrime via Youtube

2002, l’alba di un nuovo secolo. La Germania viene travolta da uno dei casi di cronaca nera più brutali della sua storia: parliamo della vicenda di Armin Meiwes, ribattezzato dalla stampa come “il cannibale di Rotenburg an der Fulda”. Non un caso di cannibalismo come tutti gli altri, ma di un vero e proprio omicidio assistito: la sua vittima, Bernd Jürgen Armando Brandes, aveva accettato la proposta di essere ucciso, evirato e mangiato dall’innocuo – apparentemente – tecnico di computer dell’esercito federale. Ma c’è di più: Bernd Jürgen Armando Brandes potrebbe non essere la sua unica vittima, anzi…

Infanzia e adolescenza

Armin Meiwes nasce il primo dicembre del 1961 ma si hanno poche informazioni su infanzia e adolescenza. Il futuro cannibale cresce con due fratellastri più grandi, un’infanzia piuttosto solitaria e ricca di fasi buie. All’età di 8 anni viene abbandonato dal padre e cresce con la madre Waltraud, una donna autoritaria, nota per le severe punizioni inflitte al figlioletto. Già in questi anni emergono i primi segnali della propensione per il cannibalismo: racconterà infatti di aver sognato di avere un fratelli più piccolo per poterlo fare diventare “parte di sé”.

Armin Meiwes viene spesso bullizzato e preso in giro dai compagni di scuola, viene emarginato tanto da reagire inventandosi un amico immaginario, chiamato Frank. La famiglia va in pezzi e i disagi si moltiplicano con il passare degli anni, rendendolo sempre più fragile. Nel corso dell’adolescenza sviluppa una grande passione per i film dell’orrore, soprattutto quelli più macabri, a partire dal genere zombie. Terminati gli studi, Meiwes intraprende la carriera da tecnico di computer ma le difficoltà a relazionarsi con gli altri restano. E così inizia a crearsi una nuova vita in rete, attraverso relazioni virtuali.

Armin Meiwes diventa il cannibale di Rotenburg

Il 2 settembre del 1999 Armin Meiwes perde la madre, sconfitta dal cancro. La sua vita non cambia, anzi peggiora. Si isola sempre di più e passa sempre più tempo al computer, a coltivare la vita virtuale. Un giorno si imbatte in una serie di annunci di ragazzi che desiderano mangiare altri esseri umani. Attratto dal cannibalismo sin da bambino, decide di mettere un annuncio su "The Cannibal Cafè" con lo pseudonimo di “Franky”, esattamente come il suo amico immaginario. Il successo è clamoroso: più di quattrocento risposte di potenziali vittime. Nel marzo del 2001 incontra Bernd Jürgen Armando Brandes, che accetta di essere la sua vittima.

Dopo aver scambiato decine di messaggi e immagini a sfondo sessuale, la vittima si reca di sua spontanea volontà a casa di Armin Meiwes, con l’intenzione esplicita di farsi uccidere e poi mangiare. Viene dunque portato in una stanza con tavolo da macellaio, gabbia e ganci per appendere la carne. Non pago, il tecnico di pc filma su videocassetta tutte le fasi dell’omicidio (da qui risulterà chiara la “disponibilità” di Bernd Jürgen Armando Brandes).

Prima somministra alcol e sonniferi, poi inizia a macellarlo. Un processo brutale: Armin Meiwes gli mutila il pene – con Brandes ancora vivo – e insieme lo mangiano (saltato con sale, pepe, aglio e olio). La vittima inizia a perdere molto sangue: dopo tre ore, Meiwes lo bacia e gli taglia la gola, uccidendolo. Successivamente appende il cadavere su un gancio e lo seziona, congelando le carni in un frigorifero. Gli scarti vengono invece seppelliti nel giardino.

L'arresto e la condanna

Armin Meiwes riesce a farla franca per diversi mesi, cioè fino a quando non torna su internet per pubblicare un nuovo annuncio alla ricerca di altre carne umana. Nel dicembre del 2022 la polizia di Berlino riceve una segnalazione da parte di un utente del web e gli investigatori lo arrestano. Gli agenti trovano nella sua abitazione le parti del corpo di Brandes conservate in un congelatore, nonché i filmati registrati durante la macellazione.

Il 30 gennaio del 2024 Armin Meiwes viene condannato in primo grado a otto anni di carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale, in quanto Brandes era consenziente. Esclusa l’infermità mentale del cannibale di Rotenburg. Nell’aprile del 2005 il tribunale tedesco ordina un nuovo processo di appello e il 10 maggio del 2006 arriva la condanna all’ergastolo per omicidio volontario a sfondo sessuale.

Perchè è un serial killer

Come evidenziato da Ruben De Luca e Vincenzo Maria Mastronardi ne “I serial killer”, Armin Meiwes è da considerare un serial killer a tutti gli effetti anche se la vittima è “soltanto” una. Il cannibale ha ucciso solo una volta perché i ragazzi che hanno risposto ai suoi annunci hanno cambiato idea all’ultimo minuto: ha dunque provato a realizzare le sue fantasie in più di un’occasione e potrebbe anche esserci riuscito.

Nel corso del processo è stato infatti evidenziato che la polizia non è stata in grado di escludere altri omicidi, considerando che non è stato possibile identificare le generalità di tutti gli uomini contattati in rete.

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