Se la dipendenza affettiva è causa delle violenze

Il fatto più avvincente della faccenda sono piuttosto i suoi avvocati, che per il loro cliente stanno pensando l'impensabile, stanno montando l'immontabile pur di alleggerire il pesante carico delle colpe in gioco

Se la dipendenza affettiva è causa delle violenze
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Da poco è iniziato il processo a carico di Sean Combs, in arte Puff Daddy (nella foto), e la cosa più interessante paradossalmente non è lui, non è il rapper americano su cui pesano reati di abusi sessuali, sfruttamento della prostituzione e associazione a delinquere. Il fatto più avvincente della faccenda sono piuttosto i suoi avvocati, che per il loro cliente stanno pensando l'impensabile, stanno montando l'immontabile pur di alleggerire il pesante carico delle colpe in gioco. Da una parte abbiamo l'accusa, che può contare su non poche testimonianze inconfutabili, su video, foto, confessioni e tanto altro, ma soprattutto su Cassie Ventura, ex compagna di Sean Combs che ha raccontato di violenze che sarebbero state molto più che traumatizzanti. Dall'altra parte invece la difesa, impegnata su più fronti e specialmente sulla necessità di viziare, meglio ancora sovvertire le parole di Cassie Ventura per ribaltare la mala condotta di Combs, o almeno purificarla, smacchiarla il tanto che basta che evitargli qualche decennio in prigione.

Il problema non è Puff Daddy bensì Puff Daddy insieme a Cassie Ventura, visto che i due avevano una relazione disfunzionale, un rapporto malato in cui l'uno danneggiava l'altra e viceversa: questo recita da giorni lo sciame dei legali di Combs, pervertendo il resoconto della donna e mettendo in una luce decisamente migliore l'uomo, che in questo modo pare doversi spartire le responsabilità con quella che un tempo, a detta sua, rappresentava la sua ingestibile fidanzata, mentre secondo tanti altri non era che un giocattolo umano, una valvola su cui sfogare le più degradanti deviazioni.

Cassie Ventura, tuttavia, durante l'interrogatorio si è difesa parlando di dipendenza affettiva, ovvero di quell'insufficienza psicologica che non casualmente è alla base dei più gravi casi di soprusi, femminicidi compresi: ammissione che è stata ugualmente fagocitata dalla difesa e banalizzata, appiattita, trasformata in un alibi misero per un uomo ancora più misero.

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