Così la morte di Robin Williams ha scosso il mondo

Robin Williams si è suicidato nel 2014. Negli ultimi tempi soffriva per i sintomi di una malattia, ma la sua vita è stata una continua gioia per gli altri

Così la morte di Robin Williams ha scosso il mondo

Quando si parla di Robin Williams, c'è una storia che molti amano ricordare. È la storia che lo unisce a un gorilla, Koko, nato in cattività nello zoo di San Francisco e che nel 2001 iniziò a soffrire di depressione e malinconia. Così Williams si sottopose a un peculiare esperimento: di fronte al gorilla Koko, che conosceva il linguaggio dei segni, riuscì a comunicare con lui, restituendogli la gioia di vivere. Quanto avvenuto con il gorilla, Williams riuscì a farlo con il mondo intero: al netto dei suoi ruoli drammatici, che pure furono significativi, l'attore era sempre associato a una risata, a un sentimento positivo. Quando l'attore morì e a Koko fu comunicato, si dice che il gorilla espresse il suo dolore.

Chi era Robin Williams

Nato nel 1951 a Chicago, Robin Williams si trasferì in California durante l'adolescenza. Dopo il liceo ha intrapreso una carriera universitaria, che però abbandonò ben presto, decidendo di volare a New York, dove frequentò la Juilliard School. Fece una lunga gavetta prima di approdare ai primi ruoli importanti, che furono sicuramente la serie Mork & Mindy, uno spin off di Happy Days, e il film Popeye diretto da Robert Altman.

Da quel momento per il mondo Williams è stato l'alieno Mork, Braccio di Ferro, Garp, l'aviere Adrian Cronauer, il re della luna, il professor John Keating, il venditore d’auto Joey O’Brien, il dottor Malcolm Sayer che risveglia un paziente dalla catatonia, il senzatetto Parry, Peter Pan, il separato Daniel Hillard che si traveste da donna pur di trascorrere del tempo con i figli, il manager di drag queen John Jacob, l’avventuroso Alan Parrish, lo sfocato Mel che costringe il mondo ad adattarsi al lui e non viceversa, lo psicologo Sean Maguire (ruolo per cui vinse l'Oscar), il medico-clown Patch Adams, il robot Andrew Martin, l'inquietante stampatore Seymour Parrish e perfino Teddy Roosevelt. Il suo ultimo film, uscito postumo, è Notte al museo - Il segreto del faraone.

Il suicidio

L'11 agosto 2014, a 63 anni, Robin Williams si è suicidato nella sua casa nei pressi di Tiburon. “Al momento, la divisione del coroner dell'ufficio dello sceriffo sospetta che la morte sia stata un suicidio dovuto ad asfissia, ma è necessaria un'indagine approfondita prima di prendere una decisione definitiva”, sono state le prime dichiarazioni della polizia della contea di Marin, chiamata a intervenire per l’emergenza, secondo quanto riporta la Bbc. Nell'immediato il suo manager aggiunge che da un po' di tempo l’attore stava “combattendo contro una grave depressione”.

Quello che accade a Robin Williams fu però un po' più complesso. Nel 2013, racconta Vanity Fair, l'attore iniziò ad avere a che fare con una serie di sintomi insoliti, tra cui crampi allo stomaco, indigestione, stitichezza, vista offuscata, difficoltà nella minzione, insonnia, tremori abbraccio sinistro, rigidità degli arti, abbassamento della voce, cambiamenti nella postura. Gli venne così diagnosticato il morbo di Parkinson: successivamente emergerà come la diagnosi fosse sbagliata, tuttavia i sintomi della malattia che lo stava consumando lo accompagnarono negli ultimi giorni.

Nell'ultima notte a Tiburon, pare che l'attore abbia avuto un comportamento insolito: nascose degli orologi in un calzino e li consegnò a un'altra persona che viveva ad alcuni chilometri di distanza. Tuttavia gli altri comportamenti furono invece confortanti: fu affettuoso con la moglie, si mise a leggere e andò a dormire. Tuttavia la mattina dopo non si svegliò, non uscì dalla sua stanza: in tarda mattinata, i suoi cari, guardando dalla finestra, scoprirono che l'artista si era impiccato con una cintura.

La malattia che l’aveva colpito

Come accennato, Williams non aveva il morbo di Parkinson bensì la demenza a corpi di Lewy. La diagnosi avvenne post mortem, se ne accorse appunto il medico legale che eseguì l'autopsia. Si tratta di una malattia che a volte presenta dei sintomi molto simili al Parkinson. È molto comune e provoca allucinazioni visive e uditive, problemi cognitivi, rigidità degli arti e tremori, depressione, ansia, instabilità nell'equilibrio fisico. E purtroppo non esiste una cura, ma solo un trattamento che rallenta l'iter della malattia.

Al podcast The Genius Life è intervenuto nel 2021 il figlio dell’attore, Zach Williams, il quale si è pronunciato sulle difficoltà che il padre dovette affrontare a causa della diagnosi di Parkinson, lanciando l'ipotesi che forse i farmaci prescritti potrebbero aver aggravato la sua reale malattia: “C'era un problema di concentrazione che lo frustrava, c'erano problemi legati al suo stato d'animo e, anche dal punto di vista neurologico, non si sentiva benissimo. Era molto a disagio.

[…] La diagnosi era diversa dalla malattia in sé, quindi penso che potrebbe trattarsi di una situazione in cui assumi una sostanza e ne avverti semplicemente gli effetti collaterali”. Secondo il figlio, malattia e diagnosi errata avrebbero impedito a Robin Williams di recitare, cosa che ha influito sulla sua salute mentale.

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