Autovelox e multe a strascico illegittime. Finanza e Stradale "oscurano" i dispositivi

L’indagine a Catanzaro coinvolge 8 Comuni: sequestrati pure i bilanci. Così le sanzioni andavano contestate subito

Autovelox e multe a strascico illegittime. Finanza e Stradale "oscurano" i dispositivi
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Sanzioni al Codice della Strada fatte a strascico ma potenzialmente illegittime, privacy violata e incassi delle multe spesi in modo discutibile. L’indagine congiunta di Polizia e Guardia di Finanza coordinata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro manda a gambe all’aria i bilanci di otto Comuni della fascia jonica catanzarese e «grazia » migliaia di automobilisti che almeno negli ultimi due anni sono stati pizzicati dai dispositivi «Targa System» che leggono automaticamente le targhe delle auto in transito per verificare assicurazione, revisione e altre violazioni del Codice della Strada.

Una volta confermato che il veicolo è «fuorilegge», viene mandata una notifica per bloccare contestualmente l’automobilista, subito. L’applicazione dell’articolo 201 del Codice della Strada è ormai inequivocabile, non si può fare diversamente tranne in casi ormai rarissimi. E invece, secondo le indagini condotte da personale della Sezione di Pg della Polizia, agenti della Stradale, uomini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria Gdf e della Pg Gdf di Catanzaro, con vigili del Fuoco e personale Anas, gli impianti autovelox con tecnologia «Targa System» utilizzati per individuare assenza di assicurazione, bollo o revisione dei veicoli sono stati usati in modo improprio, con modalità potenzialmente lesive della normativa vigente in materia di accertamento delle violazioni al Codice della Strada e del trattamento dei dati personali. Per questo sono stati «fasciati» per renderli inoffensivi nei Comuni di Isca sullo Ionio, Stalettì, Satriano, Sellia Marina e Cropani, anche se le indagini riguarderebbero anche altri Comuni del Catanzarese come Montepaone, Simeri Crochi e Squillace.

Assieme alle sanzioni al Codice della Strada sono stati sequestrati tutti gli incartamenti relativi alle procedure di affidamento di questi autovelox ad una società privata con l’ok del Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro. Si tratta di multe e sanzioni emesse con il sistema della «contestazione differita», che secondo gli esperti della Stradale sono verosimilmente viziati da nullità e suscettibili di annullamento, anche se solo il 20% dei malcapitati (e colpevoli) automobilisti ha fatto ricorso. L’ultima parola spetta al processo che si aprirà nei prossimi mesi, da quel che trapela sembra che i Comuni fossero stati avvertiti della «irritualità » di certe sanzioni. Peraltro, gli incassi sarebbero dovuti essere reinvestiti in larga parte per migliorare la circolazione e la sicurezza stradale, ma così non sarebbe stato. Oltre al buco di bilancio, gli amministratori rischiano anche sanzioni sul fronte della privacy per la gestione dei dati personali degli automobilisti sanzionati considerata dagli inquirenti un po’ troppo allegra.

Per anni gli autovelox e altri dispositivi simili, diffusi ormai in migliaia di Comuni, sono stati utilizzati come bancomat per risanare bilanci malandati.

La riforma del Codice della Strada ha imposto una stretta: non è in discussione la tecnologia ma la modalità con cui vengono contestate le infrazioni. Non è escluso che altri Comuni italiani abbiano usato modalità simili per contestare multe che rischiano di essere carta straccia.

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