Cronaca locale

Code infinite e botte agli infermieri: ospedali del Lazio nel caos

Una situazione ormai fuori controllo: pronto soccorso strapieni, code infinite, pazienti che perdono la pazienza, operatori sanitari aggrediti. Nei nosocomi del Lazio si teme un'escalation

Immagine da Wikipedia
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Nuova domenica di fuoco per gli ospedali laziali, i cui pronto soccorso sono stati letteralmente presi d'assalto nell'arco dell'intera giornata. Tante le persone costrette a una lunga attesa per una visita, e non sono neppure mancati episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario.

Non sembra esistere una soluzione per risolvere l'annoso problema del sovraffollamento. Soltanto alle ore 17 di ieri, domenica 11 dicembre, nei pronto soccorso del Lazio sono stati registrati ben 934 pazienti in attesa di ricovero, con ben 2377 soggetti disseminati nei vari nosocomi del territorio (50 unità). In sostanza, 4 pazienti su 10 in attesa di trovare una sistemazione in ospedale. Nello specifico, secondo quanto riferito da Il Tempo, all'Umberto I erano 94 i pazienti, su 156 presenze, ad attendere un posto di degenza. Settanta su 123 al Gemelli, 60 su 95 al Pertini, 56 su 87 al San Camillo e 56 su 103 al Sant'Andrea.

Una situazione al collasso, che non trova risoluzione. Nel frattempo si susseguono gli episodi di insofferenza, se non aggressione, nei confronti di medici e infermieri.

Sabato scorso al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Andrea un operatore socio-sanitario è stato colpito in pieno viso da una paziente che impugnava un pesante plico contenente la sua documentazione clinica. Furiosa per i lunghi tempi d'attesa, la donna si è scagliata contro il professionista per ben due volte. È il terzo episodio in soli due mesi.

"Solo un paio di giorni fa un'altra Oss è stata aggredita con un calcio al collo da un paziente che stazionava in pronto soccorso", riferisce a Il Tempo Alessio Minadeo, segretario di Confintesa Sanità Lazio. "Molti ricorderanno l'episodio del 18 ottobre scorso in cui un'infermiera ha subìto un tentativo di strangolamento sempre in pronto soccorso", aggiunge.

Medici, infermieri e professionisti in campo sanitario temono ormai un'escalation del fenomeno. Casi d'aggressione vengono denunciati ovunque. La richiesta è sempre la stessa: maggiore tutela per gli operatori.

L'azienda sanitaria del Lazio ha provveduto ad acquistare con urgenza nuove barelle, dato che ormai anche tali dispositivi scarseggiano nei pronto soccorso, tuttavia tale provvedimento non è sufficiente.

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