Cronaca locale

Al setaccio i bilanci della coop. I Soumahoro ancora nel mirino della Gdf

L'indagine della procura di Latina procede a fari spenti. Le fiamme gialle stanno valutando i documenti ottenuti dai comuni da cui la cooperativa aveva ottenuto appalti. Si cercano di chiarire le spese e l'uso dei soldi pubblici

Al setaccio i bilanci della coop. I Soumahoro ancora nel mirino della Gdf

Una montagna di documenti da valutare per capire se anche negli anni 2020 e 2021 l’attività della cooperativa Karibù ha presentato aspetti opachi. Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Latina sta lavorando da settimane sui fascicoli ottenuti nei comuni di Priverno, Sezze e Roccagorga, tutti relativi alla cooperativa che era gestita dai familiari del deputato Aboubakar Soumahoro. Sono gli anni in cui le difficoltà economiche della coop sono esplose in modo deflagrante ed è qui che ora la procura vuole chiarezza.

Una mole di materiale da approfondire

Tra i documenti contabili sarebbero emersi atti giudiziari mossi da persone che non sono state pagate per i servizi effettuati e altri aspetti poco chiari su cui gli inquirenti stanno facendo approfondimenti. In particolare il focus delle fiamme gialle è concentrato sull’utilizzo dei fondi per l’accoglienza che arrivavano dagli appalti ottenuti dai comuni della provincia di Latina. Un giro di soldi enorme rispetto al quale adesso la finanza sta provando a fare ordine. In particolare, studiando i bilanci e i rendiconti finanziari, si punta a capire se le risorse pubbliche siano state spese correttamente e come si giustificano le continue segnalazioni per la scarsa cura delle strutture e le condizioni estreme in cui erano costretti a vivere migranti e minori. Infatti gli ospiti delle strutture hanno denunciato come spesso non vi fossero acqua corrente ed energia elettrica, una circostanza davvero anomala considerando la montagna di soldi che venivano dati dalle pubbliche amministrazioni alla Karibù. Anche su questo aspetto, dunque, la procura di Latina, con l’inchiesta condotta dai pm Giuseppe Miliano e Andrea D’Angeli.

L'attesa per il nuovo ricorso al Riesame

L’inchiesta di Latina è relativa alle cooperative gestite in passato dalla moglie del deputato Soumahoro, Liliane Murekatete, da sua madre Marie Terese Mukamitsindo e dal fratellastro Michel Rukundo. Per i tre è scattato ai primi di dicembre 2022 un pesante provvedimento cautelare che ha disposto il divieto per un anno di contrattare con la pubblica amministrazione e esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche, oltre al sequestro di oltre 639 mila euro alla madre e di circa 13 mila ai due figli. I reati contestati sono quelli di false fatturazioni ed evasione fiscale. Secondo chi indaga l’operazione illegale consisteva nell’emissione di fatture per operazioni inesistenti al fine di giustificare le uscite di denaro che le coop della famiglia Soumahoro avevano l’obbligo di rendicontare nell'ambito dei progetti di accoglienza per migranti e minori non accompagnati. Intanto il prossimo 6 febbraio a Roma è attesa la discussione del ricorso presentato da Mukamitsindo e Rukundo contro le misure interdittive applicate nell'ordinanza della procura di Latina.

Il tribunale del capoluogo pontino, nei giorni scorsi, aveva bocciato il ricorso sul sequestro dei beni.

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