Cronaca locale

Incendio allo stadio di Taranto: giallo sui lavori mai completati

Un fumogeno è finito su materiale infiammabile accatastato in curva sud. Dubbi sui lavori di riqualificazione dell'impianto

Incendio allo stadio di Taranto: giallo sui lavori mai completati

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È andata a fuoco ieri sera, dopo la partita di serie C con il Foggia, la curva sud dello stadio Iacovone di Taranto. Danni ingenti, ma nessun ferito. Lo stadio è stato dichiarato inagibile e la Procura ha aperto un'inchiesta coordinata dal sostituto Francesca Colaci. Le indagini sono condotte dalla Polizia che sta visionando i filmati delle telecamere della videosorveglianza. Ed è proprio dai video amatoriali diffusi sui social che emerge come le fiamme siano state provocate dal fatto che uno dei fumogeni lanciati dai tifosi del Foggia è finito su del materiale infiammabile accatastato sotto la curva sud. Si tratta di rotoli di rivestimento delle piste di atletica, con una componente in gomma, che hanno facilmente preso fuoco. Ora si dovrà accertare chi, e per quali ragioni, abbia autorizzato il deposito del materiale sotto la curva.

Da ieri infatti le immagini dell’incendio vengono diffuse sui social insieme a quelle dell’assessore ai lavori pubblici di Taranto, Mattia Giorno del Partito democratico, che a marzo si fotografava con questi rotoli in bella mostra, presso un’azienda di Alba: “L’arrivo della gomma ci permetterà di avviare l’ultima fase del cantiere, cosi da poter consegnare alla città tutta la struttura già per l’inizio della prossima estate” scriveva l’assessore Giorno a marzo scorso.

Ma, nonostante i roboanti annunci, la pista d’atletica non è mai stata completata, e non si sa chi ha stoccato quei rotoli infiammabili sotto al curva dello stadio destinata ai tifosi in trasferta, senza nessuna precauzione di sicurezza. E infatti la parte dello Iacovone andata a fuoco è solo quella dove erano accatastati i rotoli per la pista di atletica leggera destinata al nuovo camposcuola. Camposcuola in rifacimento dal 28 gennaio 2020 e ad oggi ancora in alto mare.

Su questo il consigliere comunale della Lega a Taranto, Francesco Battista, ha presentato una interrogazione all'assessore del pd Mattia Giorno: " Ho chiesto se il materiale fosse frutto di una fornitura o anche di eventuale posa in opera, se lo stoccaggio rispettasse tutte le norme di sicurezza in termini di luogo e conservazione e chi ha autorizzato questo atto, se è stato fatta una quantificazione dei danni e per ultimo se è stata istituita o si ha intenzione di istituire una commissione interna per verificare eventuali responsabilità". Come nota il consigliere Battista "in fumo sono andate diverse migliaia di euro di soldi dei tarantini per l’acquisto del materiale e altri se ne andranno per ripristinare la curva sud".

La decisione di inibire tutto lo stadio - dove domenica sarebbe arrivato il Brindisi per incontrare il Catania perché lo stadio della città adriatica è chiuso per lavori di ristrutturazione - è stata presa in attesa di verificare se l'incendio ha provocato danni anche alle strutture delle altre parti dell'impianto sportivo.

"Il Calcio Foggia 1920 è vicino alla società Taranto F.C. e alla città di Taranto", scrive il club in una nota, "per quanto accaduto nella serata di ieri allo 'Iacovone. Speriamo che le indagini, già partite, portino immediatamente alla luce la natura dell'incendio divampato e che qualora ci fosse il dolo, i responsabili vengano puniti. Il Calcio Foggia 1920 si rende disponibile, sin da subito, a collaborare con gli organi competenti".

Ieri sera allo Iacovone c'erano 10mila spettatori, circa 250 i tifosi del Foggia, di cui una cinquantina arrivati solo a secondo tempo già cominciato a causa di un tamponamento sulla statale 106 Ionica all'altezza di Chiatona. Dopo la partita, tutti i tifoso foggiani hanno lasciato lo stadio scortati dalle forze di polizia. Per lo stadio erano già in programma lavori di ristrutturazione grazie ai finanziamenti pubblici da fruttare per i Giochi del Mediterraneo 2026. Ma proprio intorno a questa struttura è nata la diatriba che ha portato al commissariamento dei giochi dal parte del governo.

Infatti bypassando il masterplan di candidatura, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci con il comitato organizzatore gestito da Michele Emiliano, aveva proposto il totale abbattimento e ricostruzione dello stadio, diminuendone i posti, ma con negozi commerciali, un hotel alto 80 metri, per oltre 50 milioni di fondi pubblici da fare entro tre anni.

E proprio per le diatribe, Giovanni Malagò ha fatto uscire il Coni dal comitato organizzatore abbandonando i Giochi del Mediterraneo 2026 al loro destino, quisquilie, e interessi locali, nonostante i 150 milioni di fondi pubblici stanziati.

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