Cronaca locale

Il porto d'armi negato e il furto della pistola: chi è il killer di Roma

Claudio Campiti è residente a Rieti e gli era stato negato il porto d'armi proprio a seguito delle denunce intercorse con il consorzio

Il porto d'armi negato e il furto della pistola: chi è Claudio Campiti, il killer di Roma

Un'assemblea di condominio nel quartiere Fidene di Roma si è trasformata in una tragedia. Tre persone sono state uccise e altre tre sono rimaste ferite dopo l'assalto di un uomo che ha fatto irruzione all'interno della stanza dove i condomini si erano riuniti per discutere della gestione dell'immobile. Si chiama Claudio Campiti l'uomo fermato in seguito alla sparatoria avvenuta in un gazebo di via Monte Giberto.

L'uomo è stato bloccato subito dopo la sparatoria dalle persone presenti alla riunione ed è stato poi portato dai carabinieri nella caserma del Nucleo radiomobile di Roma. Pare che Campiti vivesse in quel consorzio, con il quale erano in corso da anni discussioni e tensioni. Sembra ci siano numerose denunce reciproche tra Campiti e l'amministrazione del consorzio, che ha a più riprese accusato il killer di essere inadempiente. Pare che Campiti vivesse in condizioni di indigenza in un appartamento senza allacci elettrici e idraulici e senza le fognature, per le quali il Comune gli aveva fornito i fondi, che lui avrebbe utilizzato per altri scopi, come spiega un testimone a il Messaggero.

"Claudio Campiti non era matto. È entrato armato nel bar dicendo 'vi ammazzo tutti', aveva l'intenzione di sparare. C'erano problemi con il condominio, ci sono state diverse denunce alla procura della Repubblica per minacce", ha dichiarato la vicepresidente del consorzio Velleverde, Luciana Ciorba, presente durante la sparatoria. La donna ha poi aggiunto: "Non voleva pagare le spese del consorzio. questa estate aveva minacciato dei bambini. Nel consorzio ci sono più di 200 consorziati, che lo hanno fermato e poi abbiamo chiamato i carabinieri".

Un consorziato assente nel momento della sparatoria ha dichiarato: "Aveva obiettivizzato la struttura dirigente del consorzio, i membri del consiglio di amministrazione, poi nella bolgia, l'area era anche piccola, ci è andato di mezzo anche qualche consorziato". La dinamica di quanto accaduto la racconta chi, per sua sfortuna, si è trovato in quel gazebo durante la sparatoria: "Ho provato a saltargli addosso ma già altri gli si erano buttati addosso. Aveva bloccato la porte e ci ho messo un pò per far uscire la gente. Se non fosse stato per noi sarebbe stata una strage, aveva 2 caricatori e altre cartucce. Ho visto una ragazza accanto a me che è stata colpita ed è morta".

Claudio Compiti era in possesso di una pistola ma non era in possesso del porto d'armi, che gli era stato negato grazie alle informazioni fornite dai carabinieri del luogo dove viveva, in provincia di Rieti, che avevano riferito delle liti in atto con il consorzio.

Questo non ha però fermato l'uomo dal procurarsene una, sottraendola da un poligono di tiro.

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