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Pro-Gaza tentano di tingere bandiera Israele alla Farnesina: polizia lo impedisce

Momenti di tensione al sit-in organizzato vicino al ministero degli Esteri: tra i manifestanti anche chef Rubio

Pro-Gaza tentano di tingere bandiera Israele alla Farnesina: polizia lo impedisce
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Clima di alta tensione alla vigilia del Giorno della Memoria. In diverse città italiane sono stati programmati sit-in per sostenere la causa palestinese e c'è grande preoccupazione per la giornata di domani. Riflettori accesi su Roma, una delle città più roventi per le manifestazioni pro-Gaza. Momenti di nervosismo sono stati registrati questa mattina davanti alla Farnesina, dove sono entrati in azione i movimenti pro Palestina e Gabriele Rubini, conosciuto come chef Rubio, da sempre in supporto della causa palestinese. Gli attivisti hanno infatti tentato di tingere di rosso la bandiera di Israele, ma non sono riusciti nel loro intento grazie al repentino intervento dei poliziotti presenti davanti al ministero degli Esteri.

L’ennesimo atto contro lo Stato ebraico, l’ennesima testimonianza della tensione su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Il ritornello dei simpatizzanti di Gaza è sempre lo stesso, come testimoniato stamani nel corso del sit-in organizzato davanti alla Farnesina: il gruppetto di attivisti ha esibito alcuni striscioni dalle scritte emblematiche: "Stato italiano servo dello Stato d'Israele e del sionismo" e ancora "Fermiamo la censura istituzionale. No alla complicità al genocidio. Palestina libera". Bloccati prima di macchiare la bandiera di Israele, i manifestanti di Cambiare Rotta e di Potere al Popolo hanno risposto così agli agenti: "È una cosa vergognosa, Palestina libera". Frasi che si commentano da sole.

Quanto avvenuto questa mattina davanti al ministero degli Esteri potrebbe ripetersi nella giornata di domani nonostante il rinvio del corteo pro-Palestina sancito dalla Questura capitolina in virtù delle direttive emanane nelle ultime ore dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza. Ma la comunità pro-Gaza non ha alcuna intenzione di fare dietrofront.“Nessun passo indietro, scenderemo in piazza in ogni caso”, il monito del “Movimento Studenti Palestinesi in Italia” che ha organizzato la manifestazione. La presidente Maya Issa ha puntato il dito contro la comunità ebraica, rea di “incidere su una decisione già presa dall’autorità competente che aveva autorizzato il corteo”: “È una decisione che aumenta la rabbia. Noi ci riserveremo di decidere se manifestare domenica 28 ma non possiamo garantire che non ci siano persone che domani scendano comunque in piazza", le sue parole riportate da Repubblica.

Sulla stessa lunghezza d'onda Yousef Salman, presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio: "Manifestare è un nostro dirittto e abbiamo sempre fatto tutto secondo la Costituzione. Non esiste una legge che vieta di manifestare il 27 gennaio".

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