Cronaca locale

Il pugno al volto e la fuga: cos'è il "knock out game", la sfida dei balordi

La vittima è un autista del Gtt di Torino, che racconta la terribile esperienza vissuta: l'uomo è finito in ospedale per le ferite riportate

Il pugno al volto e la fuga: cos'è il "knock out game", la sfida dei balordi

Un pugno sferrato in pieno volto senza alcuna motivazione apparente e la fuga dell'aggressore: la vittima, un autista del Gtt (Gruppo torinese trasporti) finito poi al pronto soccorso per le ferite riportate, racconta la sua esperienza ancora incredulo per quanto accadutogli. Potrebbe trattarsi di un episodio ricollegabile al cosiddetto "knockout game", una prassi in voga all'estero che prevede, per l'appunto, l'aggressione fisica ai danni di ignari bersagli in luoghi pubblici: aggressione che, in genere, viene anche filmata a distanza da un complice.

Cosa è accaduto

Denis Chiummento racconta a La Stampa la vicenda che l'ha visto, suo malgrado, protagonista. "Stavo prendendo un caffè in un bar durante la pausa dal servizio", spiega il conducente. "All'improvviso si è avvicinato un ragazzo che mi ha chiesto se fossi l'autista dell'autobus linea 2. Quando gli ho detto di sì", prosegue l'uomo,"mi ha sferrato un pugno in faccia, facendomi cadere. E poi è fuggito. Per qualche secondo non ho capito nemmeno dove fossi".

Tutto è avvenuto alla luce del sole e senza timore di conseguenze, a breve distanza dal capolinea di via Corradino, tra Torino e Moncalieri. Terminata la corsa, l'autista entra nel bar per bere un caffè e rilassarsi prima di ripartire. Proprio lì avviene l'aggressione, davanti agli occhi di altri avventori i quali, sorpresi dalla fulmineità dell'assalitore, non riescono a intervenire tempestivamente per bloccarlo.

Indagini in corso

Denis Chiummento finisce al pronto soccorso dell'ospedale Santa Croce di Moncalieri con tumefazioni e ferite alla fronte, allo zigomo e a una spalla. Ancora non riesce a capacitarsi di ciò che è accaduto. "Non le so dire se quella persona fosse a bordo dell'autobus quando sono arrivato al capolinea e mi abbia seguito", racconta ancora il conducente al quotidiano torinese. "però non ci sono state discussioni con nessun passeggero, per l'intera durata della corsa: tutto è filato liscio come tante altre volte". La domanda fatta dal ragazzo prima dell'aggressione non sembra quindi trovare un senso. "Ricordo benissimo che prima di colpirmi mi ha specificatamente chiesto se fossi l'autista", prosegue Chiummento. "Non so se voleva aggredirmi per una sorta di passatempo, o cos'altro. E francamente", precisa, "non ho visto se ci fosse qualcuno fuori dal bar con in mano un cellulare per filmare".

Visto che alla base della violenza non pare esserci alcuna motivazione, il pensiero va subito al cosiddetto "Knockout game", che purtroppo inizia a prendere piede anche in Italia. Ecco perché la domanda posta alla vittima per comprendere se qualcuno stesse riprendendo da lontano l'aggressione: in genere infatti ciò avviene, e le immagini vengono poi caricate sui social. A Torino pochi mesi fa era peraltro accaduta una cosa simile a un noto psichiatra.

Altra strada percorsa dagli inquirenti è quella di una ritorsione nei confronti dell'autista, anche se al momento non paiono emergere elementi in grado di spingere verso quella direzione. A parte la condanna dei sindacati, che rimarcano l'ennesima aggressione ai danni di un autista durante l'orario di servizio, arriva anche la solidarietà di Gtt. "L'azienda intraprenderà le necessarie azioni legali e condanna fermamente quanto accaduto. È vicina al lavoratore e ai suoi famigliari", si legge nella nota ufficiale.

"Gtt sta già collaborando con le forze dell'ordine, impegnate nella ricostruzione dell'accaduto e nell'individuazione del responsabile".

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