Guai a parlare di crocifisso a scuola, ma ben vengano le aule destinate alla preghiera in occasione del Ramadan. Un palese doppiopesismo e il trionfo dell’incoerenza quanto avvenuto a Firenze, dove il preside dell’Istituto tecnico Marco Polo ha concesso la possibilità di pregare a tutti gli studenti di fede musulmana in uno spazio della struttura appositamente dedicato. L’iniziativa ha acceso il dibattito in rete ma anche sul versante politico, con Fratelli d’Italia in tackle: “I difensori della scuola laica non hanno nulla da dire?”.
Il presidente Ludovico Arte ha spiegato di aver ricevuto la richiesta di fare a scuola la preghiera mattutina da alcune studentesse di fede musulmana. Il dirigente le ha prontamente accontentate: “La preghiera dura solo 5 minuti, è possibile uscire di classe e avere un posto per pregare? Non ero preparato a rispondere e ho chiesto tempo per riflettere. Mi sono confrontato con le mie vice-presidi e ci siamo detti che in una scuola pubblica laica non è accettabile che la religione passi davanti alla didattica. Però non volevamo dire di no a una esigenza che le ragazze sentivano importante e che avevano posto con grande garbo. Allora abbiamo trovato una mediazione. Consentiremo a loro e agli altri studenti di fede musulmana di pregare in uno spazio della scuola durante la ricreazione, in modo da accogliere la richiesta senza togliere tempo alla didattica”.
La scuola è di tutti, quindi deve garantire pluralismo e accogliere le diverse esigenze degli studenti, è il pensiero del preside. Grande soddisfazione da parte degli studenti musulmani, così una delle due giovani ad aver avanzato la richiesta al dirigente:"Ho preso i numeri di telefono dei ragazzi musulmani di questo istituto per creare un gruppo. Sono convinta che a poco a poco saremo sempre di più a pregare in quest’aula. È giusto combattere i pregiudizi".
Come anticipato, la vicenda ha sollevato un polverone anche dal punto di vista politico. Come riportato dal Tempo, Fratelli d’Italia ha acceso i riflettori sulle evidenti contraddittorietà: “Dove sono i progressisti di sinistra di fronte a questa virata confessionale? Fare polemica per il crocifisso a scuola e poi plaudire alla concessione di un’aula per pregare durante il Ramadan non è pluralismo culturale, ma vero e proprio sentimento anti-italiano e di avversione verso la nostra cultura e le nostre tradizioni”. "A parer nostro tutti sono liberi di professare la propria fede ma per gli esponenti della sinistra questo principio vale per tutte le religioni ad eccezione della cattolica, visto che si sono stracciate le vesti per la presenza del simbolo della cristianità nelle scuole.
Come sempre, i progressisti dimostrano il loro doppiopesismo: la nostra identità si combatte, quella altrui si incentiva", l'analisi di Francesco Torselli, capogruppo di Fratelli d'Italia nel consiglio regionale toscano, e Alessandro Draghi, capogruppo FdI a Palazzo Vecchio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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