"La vita è un masso che ci schiaccia". Così la coppia si è uccisa col gas

Un uomo di 57 anni e la compagnia di 39 si sono tolti la vita inalando del gas di scarico dell'auto nel garage di casa. Da giorni, il padre di lei ne aveva denunciato la scomparsa

"La vita è un masso che ci schiaccia". Così la coppia si è uccisa col gas
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La vita per loro era un masso, grosso e pesante, che li stava soffocando e non erano più in grado di cogliere la gioia e l’unicità dei momenti trascorsi insieme o con i loro cari. È il messaggio di dolore lasciato da una coppia, composta da una donna di 39 anni e da un uomo di 57, che è stata trovata abbracciata e senza vita nel garage di casa loro, a Brescia. Il disagio e le difficoltà per i due erano diventate talmente insormontabili, che avrebbero deciso di compiere il gesto estremo di togliersi la vita, inalando del gas di scarico dell’auto che ha saturato l’ambiente in cui si erano rinchiusi.

I due fidanzati si erano resi irreperibili da almeno due giorni e il padre della 39enne si era insospettito che potesse essere successo qualcosa di brutto e, giovedì, è stata fatta l’inquietante scoperta con il ritrovamento dei corpi. La svolta è avvenuta nella serata di giovedì quando dei passanti che si trovavano in via Montagna, hanno sentito una forte puzza di gas provenire dall’autorimessa della casa della coppia. Temendo che potesse esserci qualcuno bisognoso di aiuto, hanno contattato i vigili del fuoco e i carabinieri del comando di piazzale di Tebaldo Brusato che, una volta giunti sul posto, si sono introdotti nel garage facendo la macabra scoperta. I carabinieri sono alle prese con la ricostruzione dell’accaduto, ma sembra più che plausibile l’ipotesi di suicidio dato che hanno rinvenuto dei biglietti in cui i due manifestavano il loro stato di depressione.

Entrambi erano originari di Brescia e si erano messi insieme da qualche tempo. Lei era una mamma con due figli piccoli da crescere e aveva già un matrimonio alle spalle. Dopo essere diventati una coppia, avevano deciso di andare a vivere insieme, con anche i figli della 39enne, magari con l’idea di diventare una nuova famiglia. La casa scelta per il loro nido d’amore si trova nella periferia sud-est della città, in via Bartolomeo Montagna, non distante dal Villaggio Ferrari. Ad aver spinto il padre della donna a sporgere denuncia per sparizione, è stato il fatto che lei non si fosse presentata a scuola per prendere i figli che aveva in affido condiviso con l’ex marito. Dopo la registrazione della denuncia, la situazione è rimasta misteriosa per altre 48 ore dato che della donna e del suo compagno 57enne non era rimasta nessuna traccia.

La 39enne e il 57enne avevano fissato un tubo lungo e flessibile allo scappamento dell’auto per poi collegarlo all’abitacolo del veicolo stesso e morire di asfissia.

Al momento non sarebbero stati rilevati segni di violenza o di colluttazione, motivo per cui si ritiene che abbiano deciso in modo condiviso di suicidarsi. Entrambi erano abbracciato l'uno all'altra, come a voler simboleggiare l'amore che li legava prima che esalassero l'ultimo respiro.

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