Cronaca nera

Il coltello, il corpo in auto, gli orari che non tornano: chi ha aiutato Alessandro Impagnatiello?

Oggi nell'appartamento di via Novella il sopralluogo dei pm e dei carabinieri per raccogliere le tracce. Trovati in un tombino vicino alla metro Comasina un coltello, il cellulare di Giulia Tramontano, la sua patente di guida e il bancomat

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Del fatto che Alessandro Impagnatiello fosse un manipolatore, convinto di farla franca sempre e comunque, ci sono ampi riscontri nelle chat con le due donne con cui portava avanti relazioni parallele da diversi mesi. Anche davanti agli investigatori ha cambiato versione più volte: prima ha detto che Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese uccisa sabato scorso, si era procurata dei tagli da sola, poi ha parlato di ferite accidentali. C'è un ultimo punto su cui ci sono diverse cose che non tornano e riguardano l'occultamento del corpo della povera ragazza, gettata in un vialetto colmo di erbacce nella notte tra mercoledì e giovedì scorso. "Ho fatto tutto da solo", ha sempre detto il killer, da più parti definito un "narcisista" con manie di protagonismo. Ma è davvero così? Le indagini della pm Alessia Menegazzo e dei carabinieri della Sezione Omicidi di Milano non lasciano nulla al caso: in questi giorni l'attività istruttoria è andata avanti a lungo, e diversi sono stati i testimoni sentiti dagli inquirenti. Il punto è accertare se qualcuno di molto vicino al killer possa averlo aiutato a disfarsi del corpo o lo abbia coperto pur avendo scoperto che Impagnatiello aveva ucciso e nascosto la donna, di cui ha denunciato la scomparsa nel tentativo di depistare gli investigatori. Corpo che, ricordiamo, era quello di una donna in stato avanzato di gravidanza, quindi più pesante del "normale": circa 70 chili. Si tratta di un dubbio che chi indaga ha avuto sin dall'inizio e quindi si stanno vagliando tutte le possibili piste: l'aiutante, che secondo quanto è stato ricostruito sinora però non avrebbe avuto un ruolo nell'organizzazione del delitto, potrebbe avere quindi le tutele giuridiche ammesse in questi casi.

Gli orari che non tornano e il box di via Novella

Impagnatiello infatti dice di avere portato il corpo di Giulia martedì nel box del suo appartamento, già tre giorni dopo l'omicidio. Poco prima l'avrebbe tenuta in cantina: i due luoghi si trovano sullo stesso piano. Dice anche di averla spostata nel vialetto solo nella notte tra martedì e mercoledì, cioè 24 ore prima di essere arrestato quando già il cortile di fronte a casa, in via Novella a Senago, era affollato di giornalisti. In quelle 24 ore, ha detto, avrebbe tenuto il corpo in auto. Una ricostruzione che non convince affatto gli inquirenti, convinti che il corpo sia rimasto all'aperto - in via Monte Rosa tra due file di box - almeno due giorni.

Giulia Tramontanto, ecco Il box dell'appartamento di via Novella a Senago
Il box dell'appartamento di via Novella a Senago dove è stato nascosto il corpo di Giulia Tramontano

Il cellulare di Giulia gettato in un tombino alla metro Comasina

Nell'abitazione di Impagnatiello a Senago c'è stato il sopralluogo dei carabinieri della Sis, la sezione investigazioni scientifiche, della pm Alessia Menegazzo e della procuratrice aggiunta Letizia Mannella. Si cercano riscontri e prove per chiarire l'esatta dinamica del delitto. Come anticipato dall'agenzia La Presse, i carabinieri, con il supporto dei Vigili del Fuoco, hanno ritrovato dentro un tombino, nei pressi della stazione della metropolitana Comasina, una patente di guida che apparterrebbe a Giulia Tramontano, una carta bancaria blu chiaro piegata a metà, e un coltello taglierino di colore scuro. Tutti gli oggetti ritrovati sono stati imbustati per il repertamento. Secondo il racconto del killer, l'omicidio è avvenuto in cucina: "Io stavo mangiando una piadina, Giulia stava tagliando i pomodori". È davvero così? Nel frattempo venerdì ci sarà l'autopsia, condotta dal medico legale, per chiarire quante coltellate abbia ricevuto la ragazza. Un dettaglio importante ai fini del riconoscimento dell'aggravante della crudeltà che consiste nel procurare "sofferenze aggiuntive" alla vittima. E anche per stabilire se il piccolo Thiago, il bimbo che portava in grembo, potesse essere salvato in caso di soccorso tempestivo. Il killer ha anche fatto sapere dove si trova il coltello: "È quello piccolo, con il manico nero e la lama in acciaio. L'ho lavato con acqua e sapone e l'ho rimesso nel suo ceppo in cucina".

Impagnatiello nomina un nuovo difensore

Intanto ieri l'avvocato di Impagnatiello ha rinunciato al mandato per "motivi connessi al rapporto fiduciario" e dunque coperti da segreto professionale.

Il nuovo legale del killer, l'avvocata Giulia Geradini, dovrà ora decidere se nominare suoi consulenti (e quali) per partecipare all'autopsia di venerdì.

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