
I punti chiave
Il Dna trovato sulle unghie sulle unghie di Chiara Poggi sarebbe utilizzabile. Lo rivela il quotidiano La Repubblica, sulla base di una dichiarazione del genetista Maurizio Capra, storico consulente della famiglia Poggi, rilasciata a margine dell'udienza di venerdì scorso al Tribunale di Pavia. "Per questa analisi sul Dna dei margini ungueali dovremo effettuare tutti gli eventuali confronti", avrebbe dichiarato l'esperto. Ciò significa che si potrebbe procedere alla comparazione con il profilo genetico di Andrea Sempio, indagato dai magistrati pavesi con l'ipotesi di omicidio in corso nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.
Le tracce di Dna sulle unghie di Chiara
Non era scontato che la traccia individuata sulle unghie di Chiara fosse utilizzabile. Tant'è vero che, come è emerso nei mesi precedenti, era stata inizialmente esclusa dall'incidente probatorio. Ma ora si apre uno spiraglio e, in ipotesi, una eventuale svolta per la risoluzione definitiva della vicenda. In passato, quel Dna era stato analizzato per ben due volte dal genetista Francesco Di Stefano: una prima volta nel 2014, ovvero durante il processo d'appello bis a carico di Alberto Stasi, e una seconda volta nella prima indagine a carico di Andrea Sempio. Nel primo caso, il genetista concluse che non vi era "una indicazione positiva di identità" e dunque non si poteva escludere che "nel materiale subungueale" fosse presente presente anche il Dna riferibile ad Alberto Stasi, con il quale la comparazione era stata fatta, aggiungendo che quella traccia derivava da un "contatto diretto". Nel 2017, invece, quando era stato sentito in procura dall'allora procuratore aggiunto Mario Venditti, Di Stefano ipotizzò che lo stesso Dna derivava dal "contatto fra le mani della vittima ed oggetti su cui era stato depositato". In sostanza, due conclusioni diverse.
Cosa cambia adesso
Adesso, però, lo scenario potrebbe cambiare. Sul finire dell'estate, infatti, agli inquirenti sarebbero stati consegnati tracciati molto più dettagli sul quel profilo biologico e dunque utili per una eventuale comparazione con il Dna di Sempio. Al momento, è bene precisarlo, non ci sono conferme ufficiali. Ma la strada sembra segnata.
L'ultima parola spetta alla genetista della procura Denise Albani, che ha chiesto e ottenuto dal gip Daniela Garlaschelli una proroga di 70 giorni per l'incidente probatorio. Non resta che attendere il prossimo 18 dicembre, quando scadranno i termini della proroga.