
È frutto di una contaminazione il profilo di ignoto 3 ritrovato su una garza utilizzata dal medico legale per il prelievo di materiale biologico dalla bocca di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto di diciotto anni fa a Garlasco. Lo ha comunicato la procura di Pavia. Il caso, per cui è stato condannato in via definitiva il fidanzato Alberto Stasi, è stato riaperto nei mesi scorsi ed è stato iscritto nuovamente nel registro degli indagati Andrea Sempio, un amico del fratello della vittima. La procura ha fatto sapere che affiderà anche nuove verifiche alla antropologa e medico legale professoressa Cristina Cattaneo sulle cause della morte. Scrive la procura di Pavia in una nota che i professori Carlo Previderè e Pierangela Grignani, hanno comunicato in estrema sintesi che il profilo di ignoto 3 corrisponde con un soggetto sottoposto ad autopsia negli stessi momenti in cui veniva eseguita quella della vittima.
“Vagliando, di concerto con la Procura della Repubblica di Pavia - si legge nella nota - la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell’ambito dell’esame autoptico prodotta dall’utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una “garza”, e o di una pinza utilizzata per “trattenere” tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all’esame autoptico condotto sulla salma di Chiara Poggi".
Ecco la conclusione: "La comparazione dei profili aplotipici parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile sopra elencati rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al
soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identificato dal codice 153E".