
Non conosciamo nei dettagli la vicenda processuale di Carla Zambelli, l'italo-brasiliana, membro del partito dell'ex presidente Bolsonaro, condannata a dieci anni in Brasile per l'hackeraggio del sito della Corte suprema e fuggita dal Sudamerica per rifugiarsi in Italia. Per alcuni è una pericolosa criminale inseguita dall'Interpol, per altri una dissidente perseguitata dal governo Lula. Sospendiamo il giudizio. Ma ci hanno colpito le modalità dell'arresto, ieri, a Roma. Si è consegnata volontariamente allo Stato italiano ma, prima che fosse reso noto, Angelo Bonelli, per intestarsi il merito, ha telefonato alla polizia come un Gassmann qualsiasi segnalando l'indirizzo dell'appartamento dove viveva la Zambelli.
La Stasi, ma green. Ci sono sempre piaciuti i romanzi di Milan Kundera e le storie di delazione nell'ex Ddr.
Insomma, Bonelli l'ala verde di «Alleanza Verdi e Sinistra», dove la Sinistra è Fratoianni, gli Statler e Waldorf della politica italiana, i due vecchietti rimbambiti del Muppet Show , dopo aver portato al Parlamento europeo Ilaria Salis salvandola dal processo in Ungheria, ha denunciato una deputata italo-brasiliana per farla andare a processo in Brasile. Domanda. Ma chi decide quali pregiudicati possono sedere a Bruxelles e quali si possono estradare per mandarli nelle carceri di quello stesso Lula che ha protetto per anni l'omicida Cesare Battisti?
Però ha ragione Bonelli. La Zambelli non ha nel curriculum il pestaggio di fascisti. Le sta bene.
Vabbè dai. Adesso almeno la Salis quando è a Roma potrà occupare l'appartamento che le ha liberato Bonelli.