
Manuela Murgia sarebbe stata uccisa. E violentata. Ne sono convinti da sempre i parenti, dal giorno dopo quel 4 febbraio 1995, quando la 16enne scomparve da Is Mirrionis in provincia di Cagliari, dove viveva, per poi essere trovata cadavere nel canyon di Tuvixeddu, all’interno di un’enorme necropoli punica. Venne trovata a seguito di una telefonata anonima alla polizia: “Andate nel canyon, c’è il cadavere di una ragazza. L’ho visto mentre portavo a passeggio il mio cane”.
Vestiti puliti, sebbene sabbie calcaree fossero presenti in ogni dove in quel canyon, Manuela Murgia era uscita di casa come se fosse in procinto di vedere qualcuno, tanto che una delle sorelle, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, ha raccontato: “Quando è uscita ha lasciato sul tavolo un cordless, profumo e rossetto. Aveva ricevuto una telefonata, si era fatta carina, doveva incontrare qualcuno”. In più, giungere in quel canyon non è per nulla facile, perché si passa in diversi giardini privati custoditi da cani e si dovrebbero attraversare recinzioni di filo spinato.
Ora Anna, Elisabetta e Gioele Murgia, sorelle e fratello di Manuela, possono tornare a sperare di raggiungere una verità che manca da 30 anni. Perché sui vestiti della giovanissima - giubbotto, jeans e perfino biancheria intima - sono state trovate circa 80 tracce di Dna maschile. Per cui le indagini, dal 2023, sono state riaperte, dopo essere state archiviate due volte per suicidio: non si investiga solo per omicidio, ma anche per violenza sessuale. L’ipotesi è che Manuela Murgia sia stata stuprata, investita con un’autovettura e poi trascinata e abbandonata nella necropoli.
Nella prima indagine, l’autopsia aveva stabilito che “i dati non permettono di accertare con fondatezza la natura dell’evento. Tuttavia è più verosimile una dinamica accidentale ovvero suicidiaria”. Ma tra gli indizi che potrebbero parlare c’è qualcosa di mancante, ovvero il diario della 16enne. “Il diario ci è stato sequestrato e non restituito. Manuela ci annotava tutto”, hanno dichiarato i fratelli. In quel diario potrebbe esserci scritto chi avrebbe dovuto incontrare il giorno della scomparsa?
Raggiunto dall’indagine per omicidio è l’ex fidanzato della ragazza, Enrico Astero, che all’epoca aveva 26 anni. I due si erano lasciati e l’uomo ha sempre affermato di averla vista l’ultima volta solo una decina di giorni prima. Appare tranquillo Astero, che le tracce possano non portare a lui: “Sono pronto a far prelevare il mio Dna”, ha dichiarato.
Tranquillo anche il suo legale Marco Fausto Piras: “A noi risulta che sia stato trovato soltanto un capello sul giubbotto.
ma se anche fosse del mio assistito non proverebbe nulla. Stavano insieme fino a 20 giorni prima della morte”. L’avvocato e il suo assistito si stanno avvalendo inoltre della consulenza dell’ex generale dei Ris Luciano Garofano.