Un atto doloso o, forse, un semplice corto circuito. Sta di fatto che sono ancora sconosciute le cause dell'incendio che, giovedì 23 ottobre, ha completamente distrutto gli uffici al sesto piano della casa di produzione cinematografica "42esimo Parallelo", con sede in piazza Risorgimento a Roma. La stessa società editoriale che ha prodotto il docufilm della regista Giorgia Furlan "Magma. Mattarella, il delitto perfetto" sull'omicidio di Piersanti Mattarella, il presidente della Regione Sicilia ucciso il 6 gennaio del 1980 a Palermo.
L'incendio
Secondo quanto si apprende da una prima ricostruzione, sarebbe stata un'addetta alle pulizie a segnalare la presenza del rogo. Come racconta a Roma Today Mauro Parissone, il direttore editoriale di "42esimo Parallelo", la donna è arrivata in sede attorno alle ore 7 e ha visto uscire il fumo dalla porta, che era chiusa. Una volta aperta, si è imbattuta nelle fiamme. Quindi è corsa subito fuori e ha allertato il 115. Giunti sul posto, i Vigili del Fuoco hanno spento il rogo e tratto in salvo alcuni turisti che alloggiavano in un b&b al piano sottostante. Per fortuna, non ci sono stati feriti.
Le cause dell'incendio
Le cause del rogo sono ancora imprecisate. A occuparsi delle indagini sono la polizia scientifica e i Vigili del Fuoco. "Quello che non si spiega è sia la rapidità, sia la violenza dell'incendio che ha investito il nostro ufficio, ampio 270 metri quadrati", spiega Parissone a Today. Le fiamme hanno avvolto il corridoio, la redazione, la sala montaggio e tv, la sala server e di archivio. Il danno si aggira sui 400/500 mila euro, anche se si tratta di una stima approssimativa. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, neanche quella di un atto doloso.
"Nessuna intimidazione"
Ieri, a 45 anni dal delitto Mattarella, è trapelata la notizia dell'arresto di Filippo Piritore, ex funzionario della Squadra Mobile di Palermo che partecipò alle indagini sull'omicidio dell'allora presidente della Regione Sicilia.
Parissone assicura di non aver ricevuto minacce: "Siamo sereni, - conclude - Vogliamo evitare 'martirizzazioni' precoci". Oltre agli arredi e alle varie attrezzature, anche il manifesto del docufilm "Magma" è bruciato.