"Stretta al collo per 7 minuti": smontata la versione dell'aggressione

Una stretta al collo lunga sette minuti, fino alle 3.59: così è morto Yuri Urizio, 23enne comasco aggredito da un tunisino sui Navigli

"Stretta al collo per 7 minuti": smontata la versione dell'aggressione
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Fin da quanto è stato fermato per l'aggressione a Yuri Urizio in Darsena, Cubaa Bilel, il tunisino accusato di omicidio ha dichiarato di aver agito per difendere una donna, che sarebbe stata molestata dal 23enne italiano. Una versione che fin dall'inizio non aveva convinto gli inquirenti, anche se della sua presenza ci sono tracce nelle videocamere di sorveglianza. La donna, nota nel quartiere, stava facendo l'elemosina in cambio di cioccolato e se ne sarebbe andata via poco dopo e a lei Urizio avrebbe strappato i soldi dalle mani. Per questa ragione il tunisino dice di essere intervenuto ma oggi il gip ha convalidato la custodia cautelare in carcere per l'uomo, perché è vero che c'era la donna ma le telecamere non hanno ripreso la molestia.

Cruciale è proprio la testimonianza di un uomo, che a quell'ora si trovava a passare per i Navigli. Il testimone oculare ha ripercorso con gli inquirenti gli ultimi istanti dell'aggressione. L'uomo, infatti, avrebbe riferito di aver visto l'aggressore che "si trovava disteso con il proprio corpo sopra un altro uomo di origine caucasica di circa 25 anni, capelli chiari corti, indossante un jeans e una t-shirt scura". Il ragazzo di origine caucasica era proprio Urizio, atterrato dal tunisino che, nella ricostruzione del testimone, "stringeva con forza il collo del ragazzo caucasico fino a fargli perdere i sensi. A questo punto decidevo di intervenire intimando al ragazzo di carnagione olivastra a lasciare la presa".

Ma il tunisino racconta che lui gli avrebbe messo le braccia al collo per bloccarlo in attesa dell'arrivo delle forze dell'ordine. Ma quella stretta, stando a rilievi oggetti, sarebbe durata eccessivamente, precisamente dalle 3.52 alle 3.59, quando poi è intervenuto l'uomo per fermare l'aggressione. Durante quegli interminabili sette minuti, Urizio era impossibilitato a reagire se non con "un movimento delle gambe" sempre "più debole". Così si riporta nella testimonianza e così si rileva anche nelle telecamere di sorveglianza stando all'ordinanza, il giovane avrebbe liberato la "vittima dalla sua presa" solo quando è arrivata una volante della polizia.

Tra l'altro, nel provvedimento si legge ancora che la versione fornita dal 28enne nell'interrogatorio, ossia l'aver difeso una ragazza da una rapina, sembra smentita "dalle dichiarazioni del testimone e dalle riprese video". Le indagini proseguono in attesa di nuovi riscontri e sviluppi sul caso.

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