Cronache

Gli 80 anni di Ennio Doris, il banchiere della gente

Un genio italiano tutto banca, famiglia e ciclismo. Festeggiato dagli amici in un libro. Ha inventato la figura del banchiere del popolo. E della banca "tutta intorno a te". Non ha mai rinnegato le umili origini a Tombolo. E l'amicizia per Berlusconi

Gli 80 anni di Ennio Doris, il banchiere della gente

Un traguardo importante quello degli ottant'anni, che io ho già varcato da qualche stagione con sicurezza e noncuranza. Un traguardo che altro non è che un passaggio importante della nostra vita, un vero e proprio traguardo volante. Ennio va assolutamente ringraziato, celebrato e soprattutto collocato tra quelle eccellenze che hanno saputo fare grande l'Italia nel mondo. Tra quelli che hanno inventato qualcosa che non c'era, in quanto geni e visionari. (...) Al pari dei grandi innovatori, Ennio ha pensato e realizzato un nuovo modo di fare e intendere la banca. Un modo nuovo di fare consulenza globale, inventando di fatto la figura del consulente globale. È stata una rivoluzione copernicana. Con la sua opera è stato per davvero un genio, dal latino genius, sostantivo derivato dal verbo geno, colui che è in grado di generare e creare, quindi forza naturale e produttrice. (...) Se Berlusconi ha inventato la tivù commerciale, Ennio ha dato forma alla finanza popolare. (...) Non sei più tu a dover andare allo sportello, ma saranno loro che ti verranno a trovare per proporti i prodotti migliori. La banca costruita attorno a te non è solo un felice slogan, ma è soprattutto un nuovo modo di fare banca. Quanti istituti oggi sono costretti a rincorrerlo e a chiudere i loro sportelli? Ennio aveva capito decenni prima che non era più il caso di aprirne.

Agli inizi degli anni Ottanta, Doris coinvolge nella sua Programma Italia S.p.A. anche il Gruppo Fininvest. L'accordo con Silvio Berlusconi è strategico. Fa molto comodo a Doris, ma anche a Berlusconi. L'incontro tra due visionari è vincente. L'esperienza di Doris nel settore finanziario e il supporto imprenditoriale fornito dal Gruppo Fininvest consente all'azienda di qualificarsi con grande velocità. E quindi anche noi di Fininvest abbiamo ben più di un motivo per dirgli il nostro più profondo e sincero grazie.

Quello che però gli va riconosciuto è anche il senso profondo dell'amicizia. Della lealtà. Amico di Berlusconi all'apice della sua forza imprenditoriale e politica, amico di Silvio anche nei momenti più difficili. Come si dice: amico nella buona e nella cattiva sorte. Il Berlusconi politico, per uno che fa il mestiere di Doris, è chiaramente una figura anche ingombrante, perché divisiva. Ed è chiaro che Ennio questo l'ha anche probabilmente pensato, ma il suo atteggiamento non è mai cambiato. Gli è sempre rimasto a fianco con discrezione, misura e grandissima lealtà. Mi si dirà: facile essere amici di Berlusconi. E no, cari miei, non conoscete Ennio Doris e questo libro va probabilmente in questa direzione, andando a colmare una lacuna, perché ha l'ambizione (e secondo me ci riesce appieno) di far conoscere al meglio un uomo e un'eccellenza italiana a tutto il nostro Paese e forse non solo. Parla di un uomo che non ha mai dimenticato le proprie origini Tombolo e le proprie amicizie. Non ha mai fatto nulla per apparire per quello che non è. Non ha mai nascosto il proprio amore per Lina e la sua famiglia: per Sara e Massimo. Per i suoi nipoti. Ha fatto della sua grandissima azienda una famiglia allargata. E non ha mai celato il suo amore per uno sport vero e autentico come il ciclismo. Sport di popolo, di fatica e sudore, di pane e salame ai bordi delle strade: siano queste alpine o dolomitiche. E queste non sono solo parole di circostanza e di facile retorica, per Ennio il ciclismo e il Giro in particolare è davvero la festa di maggio, una domenica di tre settimane. È un appuntamento fisso con la sua gente e tra la gente, con un buon bicchiere di vino tra le mani e una soppressata da degustare in attesa del passaggio dei corridori. (...)

(...) Per Ennio il ciclismo è vita. È quotidianità. Non è un caso che il libro che narra la nascita di Banca Medionalum s'intitoli C'è anche domani. E non è un caso che questa frase sia stata pronunciata da Alberto, suo padre, per consolare un giovane Ennio disperato per la sconfitta patita dal beneamato Fausto Coppi da parte di Hugo Koblet. C'è anche domani. C'era eccome, e Coppi quel giorno sullo Stelvio ha saputo renderlo eterno, con una tappa inaspettata quanto epica. Ennio è uomo di visione e memoria. È uomo che esplora e conosce. Vedo anche il suo atteggiamento nei confronti del Duomo. È milanese d'adozione e, dato che il simbolo di Milano è il Duomo, lui ha fatto di tutto per essere concretamente amico del simbolo dei milanesi. È radicato nella società, non vive in un esoterico cerchio magico, ma tra la gente e per la gente. Ricordo un viaggio in aereo con Berlusconi e la signora Lina: Ennio non c'era. Ad un certo punto Lina mi dice: «Non mi piace viaggiare da sola, se succede qualcosa non ho nemmeno uno dei miei da abbracciare...». Nelle sue parole ho letto l'amore totale per la sua famiglia. Non dico nulla di nuovo, ma è proprio vero: accanto un grande uomo c'è sempre una grande donna (...)

Ennio sa comunicare, ha genialità teatrale, basta vederlo come si muove e come parla nelle sue convention. Tiene la scena come pochi, e riesce sempre a raggiungere con garbo e passione il cuore delle persone. Ha il dono della divulgazione e, quando leggi una sua intervista, sai sempre che ha qualcosa da dire e tu da imparare. Ha il dono di dire cose complesse con la massima semplicità e con assoluta chiarezza e competenza, perché sa umanizzare tutto, anche i numeri. Umanità e visione. Generosità e rigore. Ricordo quando Doris si recò ad Arcore nei giorni successivi al fallimento della Lheman Brother. Ennio incontrò Berlusconi per sottoporgli l'idea di rimborsare gli investitori Mediolanum. Fu così che poi il Cda diede incarico alle compagnie assicurative del gruppo di promuovere iniziative a sostegno della clientela titolare di polizze Index Linked con sottostanti obbligazioni Lehman Brothers. Il modo di agire pensare e operare di Doris è sempre stato questo: restare vicino e accanto ai propri clienti. Mai lasciarli soli, esattamente come ebbe modo di raccontare in C'è anche domani con l'episodio del falegname e di quell'assegno da 10 milioni di lire: le sto dando tutto quello che ho, le sto dando la mia vita.
Doris è sempre quello lì, non è mai cambiato. È rimasto vicino alle persone che lavorano, vicino alle loro famiglie. Come tutti i veri imprenditori illuminati, alla base devi essere onesto e visionario, non solo capace di leggere bilanci e numeri. I numeri adesso dicono che c'è però un traguardo da superare di slancio: è quello degli ottanta. È solo un passaggio volante, perché c'è anche domani..

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