"Ad Auschwitz saresti stata attenta" La frase choc della prof all'alunna ebrea

L'infelice uscita contro una studentessa distratta dal mal di testa. I compagni, in rivolta, minacciano di abbandonare le lezioni: interviene la preside

"Ad Auschwitz saresti stata attenta" La frase choc della prof all'alunna ebrea

"Se fossi stata ad Auschwitz saresti stata attenta". Il rimprovero-choc di una professoressa di matematica del liceo romano Caravillani a una studentessa ebrea della sua classe, colpevole di essere distratta per colpa un forte mal di testa, tanto da meritarsi - secondo lei - una cattiveria di questo genere. Secondo le testimonianze dei presenti sbigottiti, alle sconcertanti parole dell'insegnante, la classe si è schierata unita in difese della compagna: "Professoressa lei è razzista". La preside dell'istituto ha immediatamente aperto un'istruttoria. "Non sono antisemita, ma nella scuola italiana non c'è più la disciplina di una volta" ha tentato - inutilmente - di difendersi l'insegnante.

Il dirigente scolastico ha deciso di convocare un colloquio "chiarificatore" tra la professoressa, l'alunna e la madre. "Ho detto quella frase per indicare un posto organizzato, dove regna l'ordine", ha sostenuto la proff, riuscendo però così solo a radicalizzare ancora di più le sue convinzioni. Anche la Comunità ebraica romana è intervenuta in merito, provando a far incontrare nuovamente le parti: niente da fare.

Alla fine, fra toni sempre più tesi, accesi e la minaccia di portare la questione in tribunale, la professoressa ha deciso di mettersi in malattia (anticipando una sicura e sacrosanta sanzione e sospensione)

Per i compagni di classe della ragazza è arrivato il plauso della Comunità ebraica della capitale: "La cultura di questi ragazzi che sconfigge l'indifferenza - ha detto Riccardo Pacifici, presidente della Comunità - credo che meriti di essere premiata, come accade ogni 27 gennaio al Quirinale. Come Comunità ebraica ci faremo promotori di segnalare questo splendido episodio di altruismo alla Presidenza della Repubblica".

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