Adriano Panatta: "I negazionisti sono co... e le discoteche non andavano aperte"

Senza troppi giri di parole, Adriano Panatta condanna i negazionisti e viene insultato da più parti per le sue posizioni caute sul Covid

Adriano Panatta: "I negazionisti sono co... e le discoteche non andavano aperte"

"Ho visto il corteo dei negazionisti a Berlino, certo che ce ne stanno de cojoni in giro...", da queste parole che Adriano Panatta ha affidato a un tweet sabato scorso è nato un caso social. Il post del campione è diventato virale in pochissimo tempo e l'ex tennista è stato subissato di insulti da più fronti. Gli hanno detto che è un fascista, ma anche che è un comunista, che è un "rimasuglio dittatoriale". È colpito dalla mole di odio che gli è stata riversata addosso. "'Tornatene in Cile!', mi hanno scritto sui social proprio a me, ma stiamo scherzando", dice Adriano Panatta in un'intervista rilasciata per La Stampa, dove spiega qual è il suo punto di vista.

"Come si fa a negare l'evidenza? Ci siamo già dimenticati i camion che portavano via le bare dalle zone rosse? Per me chi nega la pandemia è solo un coglione", ribadisce Panatta, chiarendo ulteriormente il senso del suo tweet. "Io le immagini degli ospedali assediati non le dimentico. Figuriamoci poi se sono contro la libertà di scendere in piazza e protestare. In questo caso però la sola libertà che vedo è quella di dire cazzate", commenta Adriano Panatta in riferimento alle immagni provenienti da Berlino, dove migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro le misure restrittive attuate per contenere i contagi da Covid. Ma Panatta non ne fa una questione politica: "La stessa reazione l'ho avuta guardando la gente che si ammassava in discoteca: una totale mancanza di rispetto per il prossimo".

Sulle discoteche si è scatenata una vera ondata d'odio, sono state accusate di essere la causa dell'incremento dei contagi in Italia e Flavio Briatore è stato preso come capro espiatorio, ma Panatta sposta l'attenzione alla fonte: "Se aprono le discoteche, e la maggior parte delle persone si comporta da idiota, diventa difficile. Anche Flavio non poteva fermare l'orda. Forse, diciamolo, l'orda andava proprio evitata". Per l'ex campione, i negazionisti sono spinti dalla "stupidità" e Panatta li accomuna ai terrapiattisti, anche se "quelli fanno ridere, ma non fanno danni, i negazionisti invece non fanno ridere, mettono a rischio tutti noi. Se prendessero piede non ne usciremmo più".

Ora Panatta è più tranquillo rispetto al lockdown: "Io ho 70 anni, durante quei tre mesi terribili ero anche spaventato, ora vedo che si contagiano i giovani. Spesso sono asintomatici, per fortuna loro, ma possono contagiare persone più vulnerabili. Non sono un medico, ma di questo virus non sappiamo molto, meglio essere prudenti". L'ex campione rispetta con molta diligenza le indicazioni sull'uso della mascherina e cerca di non stare mai in mezzo alla folla. Nonostante questo, non ham rinunciato alle vacanze: "Ho passato 15 giorni a Formentera ma non ho fatto la movida - che poi, diciamolo, ha un po' rotto i coglioni - mi sono goduto il mare e la sera sono quasi sempre rimasto a casa: una vacanza bellissima. Sono stato anche a Cortina, ma non ho partecipato al Summer Festival, non mi sembrava il caso".

Per lui la movida non può e non deve essere un problema se manca. Il vero problema dell'Italia è l'economia in ginocchio e il mercato del lavoro che arranca, perché ancora non è stato trovato un equilibrio tra salute ed economia.

Per Adriano Panatta, Trump e Bolsonaro andrebbero "presi a calci nel culo" e, in relazione agli US Open di tennis al via in questi giorni, Adriano Panatta ammette che probabilmente lui non li avrebbe giocati, perché "in fondo un torneo non è così importante".

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