Cronache

Aereo russo sorvola l'Europa: "L'equipaggio si è dato alla fuga"

Un bimotore con a bordo due passeggeri "russofoni" ha sorvolato sette Paesi europei con il trasponder spento, inseguito dai jet militari. Che missione aveva? Dopo l'atterraggio in Bulgaria, sparito l'equipaggio

Aereo russo sorvola l'Europa: "L'equipaggio si è dato alla fuga"

Nessun contatto con le torri di controllo, nessuna traccia lasciata sui radar. L'aereo fantasma che ha sorvolato mezza Europa orientale con a bordo due persone russofone viaggiava intenzionalmente con il trasponder spento. Per non lasciare traccia di sé. È ancora avvolta dal mistero la vicenda del piccolo bimotore che nei giorni scorsi ha solcato i cieli di sette Paesi europei prima di atterrare in Bulgaria. Inseguito dai jet militari, il Piper è stato fermato solo quando aveva toccato terra e i passeggeri - a motore ancora caldo - si erano già dileguati. Spariti nel nulla.

Quale missione aveva quell'aeroplanino decollato senza alcun preavviso e aggiratosi per un giorno intero a bassa quota? Se lo chiedono i servizi segreti di mezza Europa, che ora stanno cercando di risalire anche all'identità dei due passeggeri, descritti come persone che "parlavano russo". Stando alle prime informazioni raccolte, il bimotore - un Piper PA-23–250-Aztec con sei sedili, era stato venduto in Lituania a tre clienti russofoni. I misteriosi acquirenti, dopo essersi assicurati delle buone condizioni del mezzo, avevano concluso l'affare in tutta fretta, effettuando la transazione per l'acquisto attraverso una società di comodo. Lo ha raccontato il direttore del piccolo scalo lituano di Nida, che si trova poco lontano dal confine con Kaliningrad, l'exenclave russa in Europa.

L'8 giugno scorso, quello stesso bimotore ha preso il volo con a bordo due passeggeri. La società lituana che gestisce il traffico aereo locale ha confermato il decollo, senza però riuscire a fornire ulteriori dettagli: il misterioso equipaggio, infatti, non aveva presentato alcun piano di volo, né richiesto alcuna autorizzazione. Il Piper è così riuscito a sfuggire ai sistemi di controllo, ricomparendo poi - dopo aver passato la Polonia - in Slovacchia e quindi in Ungheria. Qui avviene un primo atterraggio senza permesso, nello scalo regionale di Hajdúszoboszló: i passeggeri minacciano uno dei dipendenti della struttura, fanno rifornimento e poi ripartono. Sono le 17.30 circa (ora italiana). Due caccia militari ungheresi riescono a rintracciare il velivolo e provano a mattersi in contatto con l'equipaggio, non ottengono risposta.

Alle 17.48 (ora italiana) il Piper fantasma entra in Romania, inseguito - in virtù di un accordo tra i due Paesi - sempre dai jet ungheresi. Si alzano in volo anche i caccia statunitensi della base di Feteşti, che poi lasciano proseguire quelli romeni. Intanto, i due passeggeri russofoni continuano a negare ogni contatto e mantengono il trasponder spento. Il misterioso volo, quindi, prosegue: l'aeromobile fa una rapida incursione in Serbia e alle 19.09 circa è già localizzato nei cieli della Bulgaria. Ma Sofia non fa scattare l'allarme nei cieli. "In nessun momento l’aereo ha mostrato comportamenti ostili o ha costituito una minaccia alle infrastrutture civili e militari del Paese", ha spiegato il ministro della difesa bulgaro, Dragomir Zakov. E proprio in Bulgaria, a Targovishte, il volo si è concluso. Quando la polizia identifica e raggiunge la località, ritrova il bimotore ma non i passeggeri.

In molti, soprattutto tra gli esperti sicurezza, si chiedono come il velivolo abbia potuto percorrere quel lungo tragitto senza incorrere in una drastica azione di ostacolo. A maggior ragione, in un contesto di guerra come quello attuale.

Chi erano quei due passeggeri? Quale missione dovevano compiere? Qualcuno pensa a una spericolata azione di spionaggio o a un test per mettere alla prova la capacità di reazione della Nato alle possibili minacce.

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