Alghero, campi rom rasi al suolo: ora a pagare le case ci pensa la Ue

In Sardegna i campi sono stati chiusi per davvero: i nomadi vengono ospitati in appartamenti privati. Paga Bruxelles

Un campo rom in una foto d'archivio
Un campo rom in una foto d'archivio

Che i campi rom siano un'esperienza da superare lo dicono quasi tutti, a destra come a sinistra. Qualcuno va più per le spicce, come Salvini;, che ha proposto di radere al suolo tutti i campi. Anche tra i fautori di un'integrazione più "graduale", però, tutti sembrano concordare sulla necessità di chiudere i campi ed inserire i loro occupanti in un regime di normalità, abitativa e lavorativa.

La domanda, tuttavia, sorge spontanea: una volta chiusi i campi, i rom dove finiranno? Non è semplice per persone spesso socialmente emarginate, in gravi difficoltà nella ricerca di un lavoro, reinserirsi a pieno titolo nella società. Così è con stupore che si guarda al caso di Alghero, in Sardegna, dove i campi nomadi sono stati chiusi e la locale comunità rom trasferita in abitazioni "regolari".

Com'è stato possibile? Leggendo il locale La Nuova Sardegna, si apprende come il trasferimento dei nomadi sia stato possibile grazie alla strategia di inclusione dei rom, sinti e caminanti dell'Unione Europea. L'obiettivo è eliminare i campi-ghetto e inserire i rom nella comunità locale. Ad Alghero, grazie anche alla mediazione dell' "Associazione sarda contro l'emarginazione" della signora Irene Baule e di suo marito Giuseppe, il comune ha ottenuto un finanziamento europeo di 250.000 euro, erogato tramite la regione Sardegna, per alloggiare 11 famiglie rom in diversi appartamenti privati presi in affitto. E smantellare così il campo rom.

"All'inizio c'è stata molta differenza e anche razzismo- ci spiegano i due coniugi al telefono - Ma alla fine si è trovata una soluzione per tutti, anche per quelle famiglie 'problematiche'. Queste persone sono tenute ai margini della società per colpa dei pregiudizi. Ma presentando ai proprietari di casa le singole storie, molte titubanze sono state vinte."

I fondi Ue vengono usati, ci spiega il signor Giuseppe, per pagare i primi quattro anni di affitto a questi undici nuclei, oltre ad alcune spese ed alcune bollette. Poi la speranza, ci confessa la signora Irene, è che "col tempo qualcuno trovi un lavoro regolare e inizi a pagare una parte dell'affitto. Così, auspicabilmente, si riuscirà anche ad allungare la durata del progetto..."

E non è tutto: l'emergenza abitativa è solo uno dei molti punti con cui le associazioni caritative si propongono di aiutare i rom. L'obiettivo è aiutarli ad ottenere la residenza, il permesso di soggiorno, un lavoro regolare... Per questo ci sono già numerosi progetti della Regione Sardegna, con relativi finanziamenti. In ottemperanza alle direttive dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (il famoso Unar) e della Ue.

Che lavorano - e raccolgono fondi - per l'integrazione.

L'esperimento, assicurano da Alghero, per ora funziona alla grande. Scaduti i quattro anni di affitto pagato, si vedrà che succede. Nel frattempo i rom ringraziano.

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