Cronache

Un altro don difende Salvini: "Il solo a parlare chiaro"

Don Mario Pieracci ha difeso Matteo Salvini sul rosario e sull'affidamento alla Madonna, dicendo di condividere pure la chiusura dei porti

Un altro don difende Salvini: "Il solo a parlare chiaro"

Un altro sacerdote della Chiesa cattolica si è schierato dalla parte di Matteo Salvini.

Almeno rispetto ad alcune delle polemiche che hanno interessato il ministro dell'Interno di recente. Quella sull'utilizzo del rosario durante e dopo la campagna elettorale per le europee, soprattutto, che è finita per coinvolgere i pareri di numerosi alti ecclesiastici. Don Mario Pieracci è uno che, evidentemente, si distingue volentieri dalla narrativa corrente ed è pure un consacrato che non teme di diffondere il suo pensiero, tanto da aver definito il leader del Carroccio come "Il solo a parlare chiaro". E ancora - ha aggiunto il sacerdote - : " È serio e sa cosa vuole, si fa rispettare".

Il prete ha avuto modo di esprimere il suo punto di vista su questa ed altre questioni, rilasciando un'intervista a La Fede Quotidiana. Il don ha parlato di necessarietà e doverosità rispetto al gesto pubblico del leader leghista. Il giornalista intervistatore ha domandato pure dell'"affidamento alla Madonna", quello che Matteo Salvini ha pronunciato nel comizio di chiusura dei sovranisti a Milano. Don Pieracci ha citato anche quelle che ha ritenuto "censure più affilate" . Le medesime che, stando ai virgolettati, proverrebbero per il consacrato da Avvenire e Famiglia Cristiana. Prima dell'elogio operato nei confronti del segretario leghista, Pieracci, nella medesima intervista, ha posto il tema della "politica partitica" di cui le istituzioni ecclesiastiche si preoccuperebbero con troppa frequenza.

Infine, la parte sulla gestione dei fenomeni migratori. Un altro tema che ha visto spesso le istituzioni cattoliche e il ministro dell'Interno in contrapposizione.

Per il don è corretto sbbarrare la strada a quelle Ong che "che sono un inganno totale finanziato da strani personaggi, un affare per pochi".

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