Cronache

Ancora troppo pochi i vaccinati Arcuri ammette: il piano è "in divenire"

L'elenco delle sedi vaccinali non è ancora pronto comportando gravi ritardi per le vaccinazioni. In Italia, il siero anti-Covid è stato somministrato solo allo 0,7% della popolazione

Ancora troppo pochi i vaccinati Arcuri ammette: il piano è "in divenire"

L'elenco delle sedi regionali per la somministrazione del vaccino? "Ancora in divenire". Lo ha detto il Commissario per l'Emergenza coronavirus Domenico Arcuri a ZetaLuiss, sito di informazione della Scuola Superiore di Giornalismo "Massimo Baldini" Luiss Guido Carli, in risposta all'istanza di accesso civico generalizzato (Foia) inoltrata il 28 dicembre scorso proprio dalla testata giornalistica. "Ragion per cui non si dispone ancora di un’elencazione dei centri vaccinali", ha continuato.

Dov'è l'elenco dei centri vaccinali?

Che la gestione della campagna vaccinale e la distribuzione delle dosi del prezioso serio anti-Covid non sarebbe stata ineccepibile era chiaro prima ancora del Vaccine Day. Ma che a che pochi giorni dall'avvio delle vaccinazioni già tutti i nodi sarebbero venuti al pettine non era affatto previsto. La prima criticità, tra le tante in elenco che potremmo enumerare, riguarda l'elencanzione dei centrali vaccinali: "è in divenire". Lo ha detto il Commissario per l'Emergenza coronavirus Domenico Arcuri a ZetaLuiss in risposta all'istanza di accesso civico generalizzato (Foia) inoltrata il 28 dicembre scorso proprio dalla testata giornalistica. Alla richesta di maggiori informazioni sulle sedi "fisiche" dove il siero Pfizer sarà somministrato, Arcuri ha risposto che "Non vi è ancora un’elencazione completa dei centri vaccinali", e per tanto non è possibile entrare in possesso di questo documento. Eppure, lo scorso 3 dicembre, nel corso di una audizione in videoconferenza davanti alle commissioni riunite Trasporti e Affari sociali della Camera, lo stesso aveva assicurato che il piano per la distribuzione e la somministrazione dei vaccini fosse "sostanzialmente pronto". Quindi, se la domanda è lecita, dov'è finito l'elenco? Nell'attesa di ricevere delucidazioni, tra un inghippo e l'altro, la campagna di vaccinazione nelle regioni rischia di rallentare paurosamente con ripercussioni gravi sulla salute dei cittadini. Come ben riporta l'articolo a firma del giornalista Silvio Puccio "La percentuale di somministrazioni eseguite sul totale delle scorte disponibili varia molto da territorio a territorio. I dati del governo sulle vaccinazioni finora eseguite evidenziano gap vasti tra le regioni: si va dal 34 per cento di vaccini somministrati dalla provincia autonoma di Trento sul totale delle dosi ricevute, per scendere fino al 2,1 per cento di vaccinazioni fatte dalla Basilicata". Dunque, cosà accadrà da qui ai prossimi mesi?

Mancano le dosi di vaccino

Se desta preoccupazioni l'assenza di un elenco relativo ai centri vaccinali, la faccenda si complica ulteriormente per la disponibilità "effettiva" del siero anti-Covid. A differenza di molti altri Paesi, l'Italia ha vaccinato solo lo 0.7 della popolazione, circa un decimo di quanto abbia fatto la Danimarca fino ad oggi e il 12% in meno rispetto a Israele. Il problema? L'insufficienza di "materia prima", scrive il Corriere della Sera. Stando a quanto afferma sul portale ScienzeinRete l'epidemiologa Stefania Salmaso, ex dell’Istituto Superiore di Sanità, nominata nel gruppo degli esperti che, in seno ad Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco, si stanno occupando del sistema di sorveglianza dei vaccini, la situazione italiana non è delle più rosee. "Tutti i nostri sforzi attuali sono tesi ad abbassare il famigerato Rt (l’indice di trasmissione del virus) in modo non trascurabile con l’adozione di misure di riduzione dei contatti tra persone. Avere a che fare con un virus efficiente nella capacità di diffondersi rende la strada più difficile", spiega l'esperta. Il raggiungimento dell'immunità di gregge dipende, infatti, dalla relazione diretta con l'indice Rt. "Più una infezione è contagiosa, maggiore è la proporzione di persone che devono essere immunizzate per fare barriera e interrompere la catena di trasmissione", dice la Salmaso. Pertanto, è importantissimo che i cittadini comprendano quanto sia fondamentale mantenere le misure di prevenzione "naturali" (uso della mascherina, lavaggio delle mani e distanziamento) e non si lascino prendere dall’euforia della vaccinazione pensando di averla scampata.

"Proteggersi bene significa difendersi da tutti i ceppi virali che in ogni infezione hanno molte probabilità di ricombinarsi", conclude l'epidemiologa.

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