Arrestata gang cinese per sfruttamento della prostituzione

Sei gli arresti eseguiti a Lecce, tra cui un professore dell'Università del Salento. Un traffico da 150.000 euro mensili

Arrestata gang cinese per sfruttamento della prostituzione

Un giro d'affari che fruttava ben 150mila euro al mese, sfruttando un grosso giro di prostituzione tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto. L’operazione “Peonia rossa” (dal nome del centro benessere che faceva da base alle attività del gruppo), condotta dagli agenti della squadra mobile di Brindisi, guidata dal vice questore Nicola Somma, è scattata all’alba di oggi.
Sono scattate le manette per sei membri di una gang cinese e per i promotori del business, tra cui compare il nome di Wenchang Chu detto Vincenzo, 57 anni, professore associato presso l'Universita del Salento e docente nel corso di laurea in fisica a Lecce. Dieci le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Brindisi, sei gli arresti tra italiani e stranieri, tutti residenti a Lecce. Cinque invece le persone denunciate a piede libero.
Sono finiti in manette Luigi Berrino, 66enne di Martano; Lijuan Yu detta Sofia, 52enne cinese residente a Lecce; Liping Wang, detta Francesca, 45enne cinese residente a Brindisi; Changyu Zu detta Giada, 52enne cinese residente a Taranto; e Nicola Massaro, 55enne tarantino.

La lunga e complessa attività d’indagine condotta dalla questura di Brindisi e coordinata dal pubblico ministero Savina Toscani, ha permesso di sgominare una vera e propria associazione a delinquere dedita allo sfruttamento, all’induzione ed al favoreggiamento della prostituzione di giovani ragazze orientali, costrette con violenza e minacce a esercitare il mestiere più vecchio del mondo. Dalle indagini emerge che le ragazze dovevano sottostare a rigide regole imposte dal gruppo. Non solo maltrattamenti ma anche minacce di ritorsioni per i familiari rimasti in Cina.

“Apprendiamo dalla stampa la contestazione di fatti gravissimi, spiace vi venga associato il nome del nostro Ateneo”, dichiara il rettore dell’Università del Salento, Vincenzo Zara. “Abbiamo piena fiducia nell’operato degli inquirenti e contiamo su un rapido accertamento definitivo delle responsabilità”.

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