Arrestato boss Cimmino ​tra gli applausi dei familiari

Tutti i parenti gli hanno manifestato il sostegno mentre veniva portato via nel corso di un blitz contro la camorra

Arrestato boss Cimmino ​tra gli applausi dei familiari

"Bravo, bravo", lo incitavano i familiari al momento dell'arresto. È finito in manette questa mattina il boss Luigi Cimmino, tra gli applausi e il sostegno dei parenti quando è stato portato fuori dalla caserma che ospita la compagnia dei carabinieri del Vomero a Napoli. Era lui il vero obiettivo dei killer del clan Caiazzo nell'agguato che costò la vita alla vittima innocente della camorra Silvia Rutolo, uccisa il 17 giugno 1997 a salita Arenella.

Cimmino, luogotenente del boss Caiazzo, finì in una faida tra gruppi scissionisti del clan di Giovanni Alfano, condannato in veste di mandante insieme ad alcuni affiliati in qualità di esecutori materiali. La reazione della cosiddetta Alleanza di Secondigliano provocò una interruzione netta dei rapporti con Giovanni Alfano. L'Alleanza strinse nuovi patti con il clan Polverino. Cimmino acquisì uno ruolo di controllo delle attività illecite nei quartieri collinari di Napoli dopo l'arresto di Antonio Caiazzo, costituendo un proprio gruppo criminale, totalmente autonomo.

Oltre a Cimmino, cono stati arrestati in 4 dalla polizia. Tutti presunti affiliati al clan dei Casalesi coinvolti nell'operazione Spartacus 2, per i quali la scorsa settimana è arrivata la sentenza definitiva della Corte di Cassazione.

Tra loro c'è Nicola Papa, cognato di Francesco Schiavone alias "Sandokan", che si è costituito nel carcere di Spoleto (e deve espiare un anno e sette mesi di carcere); Guido Zagaria, 50enne fratello dell'esponente di spicco Vincenzo Zagaria, che deve espiare 5 anni di reclusione; Gaetano Corvino, 74 anni, già assessore del Comune di Casal di Principe negli anni 80 (per lui c'è una pena di 2 anni, 4 mesi e 7 giorni di reclusione); e Mario Antonio Tavoletta, 66 anni, capo del Ucciero-Tavoletta, operante in Villa Literno (deve espiare la pena di 3 anni, 2 mesi e 29 giorni di reclusione) e Giuseppe Nobile, 60 anni (la sua pena residua è di 1 anno e 6 mesi di reclusione).

Tutti sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata.

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