Cronache

Arrestato in Egitto studente e attivista dell'Università di Bologna

Uno studente dell'Università di Bologna, Patric George Zaky, è stato arrestato in Egitto. Il ragazzo è un attivista per la difesa dei diritti umani. "Rischia torture", riferisce il portavoce di Amnesty

Arrestato in Egitto studente e attivista dell'Università di Bologna

Uno studente dell'Università di Bologna è stato arrestato lo scorso giovedì 6 febbraio all'aeroporto de Il Cairo, in Egitto. Si tratta di Patric George Zaky, 27 anni di origini egiziane, attivista e ricercatore egiziano iscritto da alcuni mesi ad un master presso l'ateneo del capoluogo emiliano.

Di lui non si hanno avuto più notizie per circa quattro giorni. A riferirlo è stata l'Organizzazione non governativa a difesa dei diritti umani Amnesty International all'agenzia Dire, con una nota stampa diramata nella mattinata di sabato 8 febbraio. Stando a quanto si apprende, il 27enne avrebbe preso una pausa dagli studi per trascorrere qualche settimana a Mansoura, città natale. Tuttavia, una volta atterrato all'aeroporto de Il Cairo, lo studente sarebbe stato preso in custodia dalla polizia egiziana e, da quel momento, se ne sarebbero perse completamente le tracce.

La notizia della preoccupante sparizione è stata confermata sui social dall'associazione Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr) con cui Patric George Zaky collaborava da qualche anno. I familiari del giovane attivista hanno riferito di essere stati informati dei fatti soltanto dopo il rilascio. Per circa quattro giorni, infatti, al ragazzo sarebbe stata negata la possibilità di contattare i genitori o un avvocato. In base alle informazioni ricevute da fonti locali, - riferisce Amnesty - pare che lo studente fosse destinatario di un ordine di cattura spiccato nel 2019 di cui, però, non sarebbe stato a conoscenza. Ignote i capi d'accusa contestati. Secondo le stesse fonti, il ragazzo potrebbe aver subito torture, tra cui, l'elettroshock.

In passato, lo studente aveva denunciato l'ondata di arresti che, a Il Cairo, sta investendo numerosi attivisti per i diritti umani, oppositori politici, giornalisti e persino avvocati. "L'Egitto non è per niente un paese stabile né dal punto di vista socio-economico né delle libertà fondamentali - aveva affermato in una intervista rilasciata a Dire nel 2018 - La gente non trova lavoro, il costo della vita continua ad aumentare e il governo fa di tutto per limitare gli spazi di dissenso".

"Condanniamo l'arresto di un'attivista per i diritti umani. - ha dichiarato a Dire Riccardo Noury, portavoce di Amnesty - L'associazione con cui il giovane collabora si batte anche per Giulio Regeni.

Ora il ragazzo rischia un periodo di lunga detenzione e torture".

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