
Con l’aggravarsi delle tensioni tra l’Occidente e la Federazione russa, gli Stati Uniti hanno avviato il reinserimento delle bombe termonucleari B61-12 presso la Raf Lakenheath, nel Regno Unito, segnando un passo significativo nella riorganizzazione e nel rafforzamento delle capacità di deterrenza nucleare in Europa. Tale decisione, preceduta da un’attenta pianificazione e da investimenti infrastrutturali mirati, fa parte di una più ampia strategia multilivello della Nato finalizzata a consolidare la presenza militare e la prontezza operativa nell’area euro-atlantica. L’azione, al momento , sembra assumere particolare importanza in una realtà internazionale sempre più polarizzata, dove la capacità di risposta rapida gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio strategico.
La trasformazione per un rapido impiego di armamenti nucleari
La base Raf Lakenheath ha subito un processo di trasformazione profonda e articolata, mirato a rispondere in modo efficace alle esigenze operative del combattimento contemporaneo, con particolare riguardo alle funzioni legate all’impiego strategico di armamenti nucleari. Dall’analisi emerge che al centro di questa trasformazione si colloca l’adozione della Combat Oriented Maintenance Organization (COMO), un modello organizzativo avanzato che integra in maniera sinergica le attività di manutenzione con le operazioni di volo. Questo sistema, secondo fonti internazionali, consentirebbe di massimizzare l’efficienza e la prontezza dei velivoli, assicurando livelli di disponibilità e affidabilità estremamente elevati, imprescindibili per garantire un rapido e tempestivo dispiegamento in scenari di crisi o conflitto.
La sua operatività è affidata al 493’ Fighter Generation Squadron, già attivo dal giugno 2023 e parte integrante del prestigioso 48’ Fighter Wing, che impiega F-35A Lightning II e piattaforme stealth di quinta generazione caratterizzate da capacità “avanzate” multiruolo specificatamente autorizzate per il trasporto e l’utilizzo strategico delle bombe nucleari B61-12. Tali ordigni rappresentano un salto tecnologico significativo rispetto alle versioni precedenti, grazie all’integrazione dei sistemi di guida di precisione incrementata, come il kit JDAM-ER (Joint Direct Attack Munition - Extended Range), e alla presenza di ali estensibili che ne aumenterebbero autonomia e manovrabilità. Queste innovazioni, per gli analisti, dovrebbero consentire di migliorare sensibilmente la precisione del targeting e la versatilità tattica dell’arsenale nucleare, rendendo possibile un’azione più efficace e adattabile a molteplici scenari operativi.
Potenziamento infrastrutturale
Il trasferimento e la dislocazione delle B61-12 sono stati accompagnati da un programma strutturato di ammodernamento della base, che ha visto la ristrutturazione dei Protective Aircraft Shelters (PAS) con l’installazione di vault sotterranei WS3, progettati per supportare la massima sicurezza e protezione degli ordigni nucleari. Parallelamente, si apprende che è stata avviata anche una formazione specialistica per il personale tecnico e operativo incaricato della manutenzione, gestione e sicurezza degli armamenti, con un approccio integrato che combina competenze avanzate tecnologiche, supporto logistico dedicato e protocolli rigorosi. Questo sistema sinergico, secondo i vertici, dovrebbe assicurare un’elevata capacità operativa e una gestione sicura delle missioni nucleari.
Deterrenza Nato e stabilità Euro-Atlantica
L’aumento della presenza nucleare statunitense nel Regno Unito rafforza di fatto ed in modo sostanziale l’architettura deterrente della Nato, con la Raf Lakenheath che quindi ora si configura come nodo strategico primario e hub di riserva per l’impiego rapido delle B61-12 nel teatro europeo. Tale potenziamento si colloca in un network consolidato di basi nucleari distribuite in Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, atta ad aumentare la resilienza complessiva e la capacità di risposta immediata dell’Alleanza. Inoltre, la cooperazione operativa tra le forze aeree statunitensi e britanniche, in particolare con l’impiego degli F-35A della Royal Air Force in ruoli nucleari, amplierà significativamente le opzioni tattiche e strategiche, migliorando interoperabilità ed efficacia deterrente.
Nel medio-lungo termine, infine, si prevede che questa evoluzione strategica contribuirà a stabilizzare l’equilibrio internazionale nell’area euro-atlantica, offrendo una risposta concreta alle potenziali aggressioni e consolidando la sicurezza transatlantica in questa fase storica di particolare criticità.