Cronache

Bari, licenziata per aver salvato un gatto: "Volevo fare una buona azione"

Un'infermiera di una casa di cura è stata licenziata dopo aver salvato un gatto randagio e averlo fatto salire sul pulmino con gli anziani a bordo

Bari, licenziata per aver salvato un gatto: "Volevo fare una buona azione"

Licenziata per aver voluto aiutare un gatto oabbandonato in strada facendolo salire sul pulmino che avrebbe portato i malati di Anzheimer a casa.

L'infermiera Patrizia Antonino, ex dipendente a tempo indeterminato di una cooperativa sociale, la Anthropos, che si occupa di assistenza a malati di Alzheimer presso la casa di cura "Gocce di memoria", a Giovinazzo, è stata licenziata dopo aver fatto questa buona azione.

"Il gatto era lì, magrolino, in una scatola di cartone. Lo avevano abbandonato. Mi guardava e miagolava per la fame. Come facevo ad abbandonarlo? Anche se non sono veterinaria, non mi pareva avesse la rogna. Così l’ho preso, era piccolo, stava sul palmo della mano. L’ho mostrato alla dottoressa. “L’ho trovato in strada. Lo teniamo? Starebbe in giardino...”. Ma la risposta del medico è stata tassativa. “Non sappiamo nulla della sua provenienza. Potrebbe essere ammalato. Riportalo dove l’hai trovato".

Lo scorso 9 maggio, infatti, la donna ha fatto salire sul bus che avrebbe portato a casa gli anziani questo gattino che per strada sarebbe morto. Anche i nonnetti a bordo erano entusiasti: "Quanto è bello, teniamolo!". Ma il giorno dopo questa buona azione, visto che il gatto è stato poi affidato alla nipote di una paziente, l'infermiera ha ricevuto una lettera di sospensione dal lavoro: "Assurdo, sono stata condannata per aver voluto fare un’opera buona".

Il presidente della Anthropos è però convinto del provvedimento, come riporta il Corriere della Sera: "Il gatto non poteva essere caricato sul pullmino, poteva avere malattie. Senza contare che non era custodito nella gabbietta di sicurezza come previsto dal codice stradale. In caso di pericolo improvviso, poniamo una frenata brusca, cosa sarebbe potuto succedere? È un comportamento che poteva mettere a repentaglio l’incolumità di tutti".

Intanto è partita una raccolta firme a favore dell'infermiera sul sito delle petizioni online Firmiamo.it.

I suoi legali hanno già presentato il ricorso.

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