Il batterio New Delhi

Il batterio New Delhi continua ad espandersi: altri 12 casi in una settimana

Dai dati forniti dall'Agenzia regionale di sanità (Ars) salgono a 102 i casi di infezione da New Delhi

Il batterio New Delhi continua ad espandersi: altri 12 casi in una settimana

Il batterio killer che negli ultimi mesi ha colpito gli ospedali della Toscana continua a diffondersi. Sale il numero dei casi e aumentano le vittime.

A dimostrarlo sono i dati forniti dall'Agenzia regionale di sanità (Ars) che riportano, nel monitoraggio settimanale, i numeri delle ultime valutazioni: 102 i casi di infezione legati al super batterio New Delhi, 12 in più rispetto agli ultimi rilevamenti che dichiaravano 90 individui portatori. La percentuale di mortalità tra i pazienti colpiti risulta, adesso, essere del 37%. Un’impennata che non si arresta. Nelle ultime due settimane, infatti, i numeri sono stati in costante crescita. Fino all’11 settembre si erano individuati 75 casi, con il 40% di decessi, e solo una settimana dopo, il 18 settembre, i pazienti su cui era stato individuato il virus erano arrivati a 90, con il 40% delle vittime. Ad oggi, il batterio resistente agli antibiotici avrebbe causato ben 38 vittime.

La mappa del batterio New Delhi

A fronteggiare l’epidemia è intervenuta anche la regione, che ha comunicato di aver preso tutte le precauzioni del caso per ostacolare il contagio negli ospedali della Toscana. "La Regione Toscana ha individuato immediatamente il batterio New Delhi nei pazienti degli ospedali toscani e messo in atto con tempestività tutte le misure necessarie per fronteggiarlo - ha dischiarato Stefania Saccardi, assessore al diritto alla salute - Non abbiamo sottovalutato neanche per un minuto ciò che stava accadendo, e la struttura regionale si è mossa con i tempi e le procedure previste dall'Oms e dal ministero".

L’assessore ha poi spiegato il fenomeno dell’antibiotico resistenza, specificando che si tratta di un fenomeno globale. “Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) - ha precisato - stima che nel 2015 nei Paesi dell'Unione Europea si siano verificati più di 670mila casi di infezioni da germi antibiotico resistenti. I dati di Eurosurveillance 2014-2017 dicono che in Italia, in tutte le regioni, siamo di fronte a una diffusione endemica di queste infezioni. E gli enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE), come il New Delhi, sono tra i batteri multiresistenti più problematici perché presentano una resistenza estesa alla maggior parte degli antibiotici e hanno la capacità di diffondersi rapidamente a livello delle strutture assistenziali e di causare infezioni invasive gravate da elevati tassi di letalità (in media attorno al 40%)”. Una problematica, quella dei virus resistenti alle cure che, da anni, preoccupa le strutture sanitarie, ma di cui, come ha spiegato a ilGiornale.it il professore Giovanni Rezza, dell'Istituto Superiore di Sanità, “l’Italia è uno dei paesi che ha la maglia nera in Europa insieme alla Grecia e insieme a paesi dell’est per quanto riguarda l’antibiotico resistenza". (Leggi l'intervista completa)

La diffusione del virus New Delhi

“La Klebsiella, ceppo batterico che può attivare meccanismi di antibioticoresistenza come il New Delhi, è un batterio che vive comunemente nell'intestino dell'uomo ed è un cosiddetto patogeno opportunista, cioè un microrganismo che non infetta, a meno che non siano presenti condizioni particolari, come un abbassamento delle difese immunitarie", ha spiegato la Saccardi in Consiglio Comunale. Si tratta di tutti i pazienti che si trovano in situazioni delicate, con un alto rischio di contagio. I reparti come quello di terapia intensiva o il centro ustioni, in questo momento, sono il nido della nuova minaccia che si sta diffondendo sopratutto nelle zone di Pisa e Livorno.

E, per i malati con situazioni critiche, contrarre l’infezione potrebbe essere letale.

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