Belluno, migranti arrestati per spaccio: "Lo facciamo per integrarci"

Due migranti arrestati per spaccio hanno provato a giustificare la loro appartenenza a una bando di spacciatori con la scusa dell'integrazione

Belluno, migranti arrestati per spaccio: "Lo facciamo per integrarci"

"Non siamo criminali: fumavamo erba insieme ai ragazzi della compagnia, un modo per integrarci": si giustificano così con il loro legale Baldenich Kenneth Egbunu, 24 anni detto Ken, e Augustin Mike, 22enne, detto Stylis o Boy, i due migranti arrestati nella struttura in cui erano ospitati dagli agenti della Mobile di Belluno.

L'arresto e la confessione

I due ragazzi sono in celle separate dal 21 febbraio, data in cui sono scattate le manette per loro e per Mustapha Tobb (detto Musta), 23enne gambiano, il capo dei pusher-gambiani, come riportato da Il Gazzettino. Ken e Stylis, così si fanno chiamare, sono stati sentiti in due interrogatori distini.

La versione è la stessa: non sono spacciatori, non rifornivano droga ai loro coetanei, la loro non è un'attività professionale. L'erba la usano per integrarsi: non c'è un smercio, solo condivisione di spinelli per integrazione. Secondo la loro versione dei fatti, una compagnia di ragazzini li avrebbe avvicinati, al parco delle Rimembranza di Feltre (Belluno), per fumare insieme.

Dopo l'incontro, hanno spiegato di essersi messi a disposizione per andare a prendere altra droga. Il motivo? Integrarsi. Offrivano qualche canna per diventare amici del gruppetto. Questo è la loro versione, del tutto diversa da quella della Procura, condivisa peraltro dal gip che ha emesso le ordinanze. Secondo Procura e giudice i 12 migranti coinvolti erano una vera e propria organizzazione dello spaccio.

Una vera banda dello spaccio

Attività messa in piedi e cresciuta nel mese di ottobre 2016: molto presente sul territorio, ben fornita di sostanze e anche molto organizzata. Inoltre si evince una struttura piramidale del comando: un capo prendeva gli ordini e il fattorino che consegnava la droga.

Poche quantità di hashish o marijuana confezionate e smerciata. Ogni pusher teneva le dosi in bocca, per non dara nell'occhio. Poi la consegna in bici per 5 o 10 euro di incasso a dose, molte delle quali finita nelle mani di giovani minorenni.

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