Berlino, bufera in Rai: "Senza corrispondente"

Durante la diretta sulla strage di Berlino, il servizio pubblico si è ritrovato durante le dirette senza un corrispondente da Berlino

Berlino, bufera in Rai: "Senza corrispondente"

Durante la diretta sulla strage di Berlino, qualcosa in Rai non ha funzionato. Di fatto il servizio pubblico si è ritrovato durante le dirette senza un corrispondente da Berlino. E così arriva l'attacco su Facebook di Michele Anzaldi, eputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai: "La Rai sottolinea la grande attenzione del pubblico per le edizioni straordinarie dei tg del servizio pubblico, che hanno prontamente seguito in diretta le fasi successive alla terribile strage di Berlino. Alla luce di come è stata coperta giornalisticamente la vicenda, ovvero senza alcun corrispondente sul campo ma con gli inviati di altre testate (Ansa e Repubblica) e senza immagini proprie ma con quelle prese dai circuiti internazionali di Reuters e Aptn, sarebbe opportuno che l'azienda aprisse una riflessione sulle costose e spesso inservibili sedi estere. Il corrispondente da Berlino, infatti, ieri non era nella sua sede ma a Roma, e l'azienda non aveva previsto nessuno per sostituirlo. Ma se, allora, i primi a non credere all'utilità degli uffici di corrispondenza sono i dirigenti del servizio pubblico, perché mantenerli in piedi?".

"I sindacati si lamentano - prosegue Anzaldi - per la riduzione delle risorse, ma perché non aprono una seria riflessione sugli sprechi e le spese inutili in un'azienda pagata da quasi 2 miliardi di euro del canone dei cittadini? La Rai ha 12 uffici di corrispondenza, gestiti da una direzione ad hoc di cui si sa poco o nulla, secondo le informazioni ufficiali. Le ultime notizie risalgono a diversi anni fa, quando fu affidata ad Augusto Minzolini dopo la sua sostituzione al Tg1. Alcune sedi, però, risultano addirittura vacanti. Come Istanbul, dove l'attuale corrispondente è andato in pensione ma ancora non c'è il suo sostituto, sebbene si tratti di uno snodo decisivo per le politiche del Medio Oriente e in queste ore al centro di un avvenimento tragico come l'uccisione dell'ambasciatore russo. Anche Rio è vacante: l'attuale corrispondente andrà in pensione da fine dicembre, ma non si sa chi prenderà il suo posto, e quando. Pechino e Bruxelles possono contare su 2 corrispondenti e 4 tecnici ciascuna. A Parigi due corrispondenti (Cassieri e Ziantoni) e 5 tecnici. A Gerusalemme, oltre al corrispondente già presente Piero Marrazzo, sarebbe arrivato anche l'ex direttore di Rai Sport Carlo Paris, secondo quanto rivela il blog di una storica firma Rai, Ennio Remondino. A Londra un corrispondente (Varvello) e 4 tecnici. Un corrispondente a Nairobi (Nucci) e uno al Cairo (Bonavolontà), uno a Mosca (Marc Innaro). A New York Ferrario e Botteri".


"A Berlino erano presenti due corrispondenti, Pellino e Manzione - scrive ancora il segretario della Vigilanza -. Quattro mesi fa Manzione è stata nominata direttore di Rai Parlamento, ma non risulta che sia mai stata sostituita. E' rimasto il solo Pellino, che per la giornata di ieri si è preso un giorno di ferie o di permesso, ma l'azienda non l'ha sostituito. E così la sede è rimasta scoperta nel pieno del tragico massacro al mercatino di Natale. Chi doveva pensare alla sostituzione di Pellino? Secondo quanto scritto dal sito 'Globalist', già per le scorse vacanze estive erano sorti problemi per la mancata programmazione delle sostituzioni, decise tardi o all'ultimo momento. Eppure non si può certo dire che le ferie di agosto o quelle di Natale arrivino a sorpresa. Presenterò un'interrogazione per conoscere quali sono i costi delle sedi di corrispondenza e quanto vengano sfruttate da telegiornali e approfondimenti informativi.

Chiederò anche di conoscere il loro livello tecnologico: è vero che gran parte delle sedi estere sono in analogico e quindi il materiale che producono è inservibile o comunque di difficile valorizzazione? Quanto costerà mettere in digitale i diversi uffici di corrispondenza?"

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